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A Schio si spende meno di Bassano per la Polizia Locale. Sotto la lente: 1,8 milioni di spesa, servizi adeguati?

A seguito dell'esame dei dati consuntivi degli ultimi anni richiesti dal nostro gruppo consiliare, emerge un quadro che richiede una riflessione approfondita. Per questo, ​a​bbiamo depositato una nuova interrogazione al Sindaco (clicca qui) , affinché l'amministrazione comunale si faccia parte attiva nel chiarire alcuni aspetti critici della gestione del Consorzio di Polizia Locale Alto Vicentino​. "Il confronto con realtà simili è inevitabil​e " - dichiara Alex Cioni, Capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Garbin. ​" Se il Comune di Bassano del Grappa spende circa 2.300.000 euro all'anno per la Polizia Locale, con un costo per abitante di circa 54 euro, Schio contribuisce con poco meno di 1.804 mila mila euro, pari a 46,91 euro per abitante. La domanda che ci poniamo è semplice: questi investimenti garantiscono un servizio efficiente e adeguato alle necessità della nostra comunità?" Nel dibattito in corso a Bassano del Grappa si sta valutando l...

Berlato, verificare 15 anni di appalti pubblici in Veneto. Donazzan, priorità il lavoro

PDL, VERSO IL CONGRESSO: BERLATO, "UNA VOLTA LEGITTIMATO DAL CONGRESSO ANDRO' IN PROCURA E CHIEDERO' DI VERIFICARE 15 ANNI DI APPALTI PUBBLICI IN VENETO"



DONAZZAN A SOSTEGNO DI SERGIO BERLATO: PATTO PER IL LAVORO, LA PRIORITA' DELLA BUONA POLITICA
Il Popolo della Libertà, dalla sua nascita e nella ricerca del consenso si è caratterizzato per voler rappresentare gli intessi dell'impresa e del mondo del lavoro.   Innanzitutto va ribadita l'affermazione che l'economia deve essere reale, quindi vera e per questo rispondente alle esigenze dell'uomo e che condanniamo la finanza speculativa, quindi contraria alle richieste e necessita della persona,del  popolo e della terra. Non un assunto teorico, ma un programma politico cogente per chi lo propone. Su queste posizioni, particolarmente importanti in questo momento storico e per questo nostro territorio, voglio sostenere la candidatura di Berlato a segretario politico del Popolo della Libertà  a Vicenza.
Non un uomo solo al comando, ma la forza delle  idee che unisce.
Il lavoro al centro di tutte le nostre decisioni, a partire da un Ordine del Giorno che illustrerò  in sede congressuale per chiedere che il Popolo della Libertà vicentino protegga  l'impresa che coraggiosamente resta a produrre sul nostro territorio. Dobbiamo frapporci ad uno Stato che tratta l'impresa e  l'imprenditore come un nemico e dobbiamo schierarci coraggiosamente e con forza al fianco di quegli imprenditori che non delocalizzano, che trattano i lavoratori come "appartenenti" alla propria azienda, come alla propria famiglia. Per questo c'è bisogno di un partito forte, deciso nel difendere la possibilita di lavorare di quelle imprese piccole e piccolissime a cui dobbiamo semplificare la vita, cambiando le leggi quando serve, prendendo posizioni scomode e poco politicamente corrette quando necessario. Tra lo Stato ed il popolo, il Popolo della Libertà deve scegliere il popolo, ammettendo anche di essere stati deboli di fronte alla burocrazia di uno Stato che dovevamo cambiare quando ne avevamo avuto la possibilità.  Dobbiamo tornare tra la gente e sul territorio come partito e non solo come singoli assessori o deputati per provare a ricostruire la credibilità di una proposta politica che non si è infranta sulle ridicole vicende del tesseramento(per cui mi pongo solo la domanda a chi giovi tutto questo fango....), ma sulla delusione dell'ultimo Governo Berlusconi.
È la fine di un'epoca. Economica e politica.
Ci vengono poste domande nuove a cui dare risposte innovative ed efficaci, ma con i principi eterni  in cui, per cultura e per scelta, io credo e in cui si riconosce la maggior parte degli iscritti del Popolo della Libertà : la sacralità  dell'uomo e della sua vita.  Da qui deriva la conseguente  posizione di schierarmi a sostegno di un programma politico che parli di questo. Ed è il programma di Sergio Berlato.
Costo del lavoro, semplificazione normativa e burocratica, accesso al credito, tutela delle produzioni italiane.
Il costo del lavoro deve essere collegato al successo dell'impresa con un concetto tanto antico quanto moderno: la partecipazione. Tantissime aziende, in particolare in Veneto, con strumenti quali i contratto di solidarietà, il contratto di secondo livello o aziendale, il premio produttività l'hanno già attuata. Da una parte si rinuncia e si è disposti a cedere un pezzo di garanzie, dall'altro si conquista, in termini di responsabilità e di gratificazioni anche economiche, spostando il livello della decisione in via sussidiaria all'interno delle aziende. Pensiamo a come cambierebbero le relazioni industriali. Con l'avvicinamento delle decisioni, con la creazione di enti bilaterali, di fondi interprofessionali, con una contrattazione specifica, flessibile perché rispondente non più a settori, ma a persone e aziende, avremmo una capacità di competere rinnovata perché ciascuno si sentirà parte del successo della propria azienda.
Costo del lavoro significa anche rivedere la contribuzione ai fini pensionistici che non potranno più gravare sullo Stato interamente, ma proprio attraverso gli enti della bilateralità si creeranno opportunità di buona finanza, di fondi di solidarietà, di rotazione per la medesima impresa o per i propri lavoratori, di fondi di investimento non speculativi che possano essere una"Rassicurazione"sulla vita propria, della propria famiglia, della propria impresa.
Significa inoltre accompagnare i giovani in entrata nel mondo del lavoro facendoli accede dalla porta principale.
Chiederò un impegno preciso al Segretario Politico del mio partito, sia in sede locale che nazionale. Io voglio combattere per la mia generazione e per coloro che non sono garantiti da nessuno! Che gli appalti pubbblici ed in generale la pubblica committenza siano affidati a giovani,  a quelli che sono "fuori" dai circoli e dalle cene  organizzate dai soliti notissimi potenti, che si rompano i "cartelli" di interesse e che si crei un nuovo mecenatismo pubblico come la migliore tradizione italica ci ha insegnato ed il malcostume, in Veneto come a Vicenza, negli  ultimi anni ha cancellato.
Tuttavia non possiamo parlare di lavoro se non parliamo di impresa. La nostra azione politica deve avere la priorità di generare nuovi e buoni posto di lavoro attraverso la semplificazione della vita delle imprese. Nostro, da partito del nord Italia è anche il compito di dire al Popolo della Libertà in particolare al sud e a Roma,  che il lavoro non si genera con la pubblica amministrazione, con la spesa pubblica, con i sussidi, con l'assistenza.
Fare impresa significa soprattutto liberare iniziative di responsabilità, personale o di comunità  di chi crede nel proprio lavoro.
Se la priorità sono le imprese purché generino posti di lavoro in Italia, dobbiamo capire come proteggerle, come tutelare i loro prodotti e come abbassare lle tasse legandole all'inserimento dei giovani e alla creazione di nuovi posti di lavoro e non più alla costruzione di capannoni che hanno devastato il paesaggio e dato fiato alla speculazione.
Se la priorità è alleggerire il carico fiscale nei loro confronti dobbiamo rivedere i cosiddetti diritti acquisiti. Non c'è nulla di acquisito se il rischio è il fallimento della nazione: pensioni d'oro, bonus di uscita (Finmeccanica, Trenitalia, Unicredit, Fondazioni bancarie.....), stipendi d'oro nella pubblica amministrazione,senatori a vita e regioni a statuto speciale, sono inutili retaggi da superare.
Partiamo con la raccolta differenziata nel PDL, quelli che hanno fallito o tradito devono essere sostituiti con menti fresche ed entusiaste. Scopriremo quanta vivacità c'è nel popolo del PDL!
Va radicalmente rivista l'invadenza della amministrazione pubblica nella vita delle imprese, soffocate da leggi incomprensibili e spesso ostili a cui siamo costretti a piegarci, ma se queste leggi, europee, nazionali, regolamenti vari sono contro di noi, allora vanno cambiate. Non esiste richiamo alla Costituzione o al Trattato che regga. Se sono contro il popolo e la nazione vanno modificate e basta. Dobbiamo essere Patrioti  e si tratta di una guerra. Ieri si combatteva con le armi fisiche, oggi sono la finanza speculativa ed una burocrazia soffocante ad attaccarci con la complicità degli anti italiani, di una certa stampa che lede l'immagine nazionale e che mina la credibilità delle nostre imprese, dei tecnocrati che rispondono esclusivamente alla banca europea e ai circoli della finanza internazionale . Al Popolo della Libertà in questo momento delicato chiedo di rivedere la posizione a sostegno del Governo Monti. Se infatti questo non ha convinto i mercati e sta infliggendo la peggiore manovra possibile contro il lavoro(pensioni),le imprese(tasse)e la povera gente(imu, benzina, IVA...) ed è solo a favore delle banche, noi con chiarezza dobbiamo cambiare strada.
Per questo il congresso del Popolo della Libertà , in una realtà strategica per l'Italia come il cuore del Veneto, sarà una occasione di dibattere, mi auguro finalmente, di  politica, di strategie, di impegni e di coraggio. Sarò al fianco di Berlato, perchè questi sono anche i suoi impegni.

Elena Donazzan




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