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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Unità


NOI E LA LEGA, SOLO UNITI SI VINCE


L’annunciato ripensamento leghista sul caso Cosentino non cala alcuna “pietra tombale” sul cosiddetto “asse del Nord”. Vi sono scelte che attengono alla tattica e scelte strategiche, queste non cambiano col mutare di quelle. Se non altro, perché non sono nella disponibilità della politica di partito. Una ragione c’è, se l’alleanza di centrodestra, finita in pezzi all’inizio del 1995, si è successivamente ricomposta in una sorta di falange macedone, contro venti e maree. 

Tale ragione deriva dalla sostanziale unità degli interessi rappresentati, intolleranti di divaricazioni radicali. Uniti si vince, divisi si perde: contro l’evidenza di questo calcolo elementare non c’è “pietra tombale” che tenga. 
Si capisce che oggi la Lega cerchi raggi di fortuna nell’opposizione al governo dei professori, ciò che la conduce alla riscoperta della sua originale diversità di forza “tellurica”, legata al territorio da cui è scaturita. Quando la tempesta infuria e travolge antiche certezze, è legittimo approntare scialuppe di salvataggio per il caso di naufragio.
Ma l’unità prepolitica del blocco sociale di riferimento, fatto di un idem sentire nelle cose che contano, oltre che di interessi comuni, non scompare quali che siano le possibili variazioni del quadro politico, o storico, in cui si colloca. In Lombardia, Padania, e Italia tutta, l’unità della rappresentanza partitica dell’opinione di centrodestra si impone di necessità in vista degli appuntamenti elettorali, per tornare a vincere. 

Libero ognuno di fare il suo giro di walzer, sapendo che tornerà l’ora di marciare uniti. Uniti, ben s’intende, nella propria famiglia politica allargata: unica, come è unico il bacino elettorale a cui attingono le diverse espressioni del centrodestra. Un conto è un qualche giro di walzer, altro sarebbe un cambiamento di campo: gli elettori non potrebbero riconoscervisi e non mancherebbero certo di una casa comune in cui ritrovarsi.

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