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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Basta con le agenzie di rating

NON VOTANO I POPOLI MA IL RATING

Per la cronaca, le agenzie di rating non sono autorità istituzionali ma soggetti privati. Negli Usa le chiamano “le tre sorelle”, richiamando le “sette sorelle” che avevano il monopolio del petrolio. Si tratta di Fitch, Moody’s e Standard&Poor e il loro monopolio frutta molto di più di quello dell’oro nero. Chi garantisce, però, non dovrebbe essere parte in causa. Invece le agenzie partecipano al gioco delle borse. Negli Usa sono sotto pocesso per corruzione in connessione al crack della Lehman Brothers. L’ovvia caratteristica dei mercati azionari che sembra sfuggire ai più è che essi devono “fluttuare”, altrimenti non si può speculare. Quindi c’è anche chi li fa muovere artificiosamente. Da quando anche i titoli di Stato e i debiti sovrani hanno bisogno del certificato di rating, nessuno Stato ha più la sovranità economica. Moody’s può mandare a picco un’economia nazionale per un semplice capriccio. I “mercati” deificati dai media nella fase “anti-Silvio”, non hanno simpatie politiche, mirano solo al profitto. Hanno umori instabili, condizionati da previsioni spesso meno attendibili degli oroscopi. Va da sé che, se le nazioni vengono ridotte allo status di “pagatori” e la loro affidbilità come tali viene valutata da attori dei mercati finanziari, la sovranità è irrimediabilmente compromessa. Per ristabilire il potere dei popoli sulle proprie economie, ci vorrebbe la politica. Ma gli italiani hanno già deciso che è una perdita di tempo. 


Marcello De Angelis
direttore de Il Secolo d'Italia
www.secoloditalia.it

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