No alla liberalizzazione degli orari per il commercio

ANCHE I COMMERCIANTI VICENTINI DICONO NO!

<< La liberalizzazione degli orari decretata dal Governo della Miseria è una pistola puntata alla tempia dei piccoli commercianti a vantaggio della grande distribuzione. 
La bottega non ha solo un valore commerciale, perchè nella vita, se vogliamo un'esistenza veramente sana, tutto non può essere ridotto ad un valore materiale, ma altresì bisogna fare attenzione all'aspetto sociale e umanistico. L'Italia in questo senso ha una lunga tradizione e non può essere paragonata agli Stati Uniti. 
Nei piccoli paesi, che in Italia sono la maggioranza giacché rappresentano un aspetto tipico del nostro territorio, la sola presenza del "bottegaro" esprime quel senso di vitalità di cui queste queste comunità hanno particolarmente bisogno per non diventare dei semplici dormitori. Questo vale anche per i quartieri periferici delle città.
Anche per queste ragioni ritengo che le deroghe già esistenti per l'apertura domenicale, le quali riguardano in particolare le città d'arte, siano sufficienti per andare in contro anche alle esigenze dei consumatori. 

Oltretutto, diciamoci la verità fino in fondo, la domenica sarebbe meglio utilizzarla per stare con la famiglia e per visitare le bellezze artistiche o naturali che l'Italia offre, invece di rinchiudersi dentro un freddo e caotico centro commerciale >>.

Alex Cioni
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<< Contro la liberalizzazione delle aperture. Sindacati compatti contro la grande distribuzione, confermata l'astensione di 8 ore del 29 gennaio. 
Presìdi e bandiere davanti ad “Auchan”. 
Marin ( Cgil): «Liberalizzazione senza regole, non risolve nulla >>
«CONSUMATORI, BOICOTATE LA DOMENICA»

Vicenza. Se domenica scorsa è passata solo con polemiche, mugugni e proteste. Ora Cgil, Cisl e Uil fanno sul serio: i negozi aperti in maniera indiscriminata, soprattutto la grande distribuzione, tutte le domeniche in barba alla legge regionale superata dal decreto “salva Italia ” di Monti, solleva questioni importanti sulle quali i rappresentanti sindacali non hanno alcuna intenzione di cedere. Lo sciopero delle commesse è proclamato per domenica 29 con presidio in città davanti ad “Auchan” che, peraltro, ha già manifestato l'intenzione di tenere aperto tutti i giorni festivi (ci sono già i cartelli esposti) in attesa del pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale dopo il ricorso della Regione. E così sarà a Thiene, all'iper Carrefour dalle 8.30 alle 12.

ADDETTI. Gli addetti al terziario nel Vicentino sono oltre 25 mila: di questi più di 12 mila sono impiegati nei supermercati. Tra loro l'87 per cento è rappresentato da donne, che, nella maggior parte dei casi, hanno figli, che difficilmente riescono a gestire anche la domenica. «Non ci sono servizi - spiega Grazia Chisin della Uil-Tucs - senza dimenticare che dobbiamo preservare i valori fondanti della nostra società per non trasformare i cittadini in meri consumatori». 

L'APPELLO. «Non possiamo che chiedere ai cittadini di boicottare gli acquisti domenica, sarebbe un segnale importante - sottolinea Umberto Marin della Filcams-Cgil - La legge nazionale che liberalizza gli orari e le aperture domenicali è un inganno per i consumatori e una mortificazione per i lavoratori. Lo è ancor più la forzatura della grande distribuzione di aprire tutte le domeniche, liberalizzando gli orari di apertura e chiusura, in violazione della legge regionale del 27 dicembre dello scorso anno che limita e regolamenta le deroghe domenicali». Infatti in un volantino che verrà distribuito a tappeto ai clienti, vi è un invito a riflettere. 

UN COLPO DI MANO. Così è stato definito dai rappresentanti sindacali il comportamento dei proprietari dei grandi supermercati che scavalcano la competenza regionale per dar vita ad un sistema selvaggio di aperture. «Non penalizza solo i lavoratori del settore, che vedono precarizzarsi ancor più l'occupazione e crescere l'incompatibilità tra i tempi di lavoro e quelli di vita con la propria famiglia, ma si scarica anche sui cittadini ridotti a “consumatori non pensanti” e che alla lunga pagheranno i maggiori costi delle aperture prolungate. Anche perchè - spiega Enrico De Peron della Fisascat - non ci saranno assunzioni di alcun genere e nemmeno tanti soldi da spendere. La crisi ha messi in ginocchio tutti e questo è un dato di fatto incontrovertibile. Inoltre questo atteggiamento fa sì che anche i piccoli supermercati entrino in questo giro per non perdere clienti. Domenica, infatti, si aggiungeranno le aperture di catene come Prix e altre più piccole che non possono permettersi di perdere clienti». LA RICHIESTA. «Non possiamo che far fronte unico contro un sistema che condiziona, distorcendolo, l'uso del tempo libero di ognuno: la vita sociale delle persone - affermano i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, riuniti ieri nel corso di una conferenza stampa in via Vaccari- non può ridursi ad essere consumata trascorrendo le domeniche nei centri commerciali». 

ADESIONE ALLO SCIOPERO. I sindacati non fanno stime: «Non possiamo fare previsioni - conclude Marin - anche perchè alcuni lavoratori hanno firmato contratti part- time, che prevedono anche il lavoro domenicale alla luce di leggi approvate alcuni anni fa».



da www.ilgiornaledivicenza.it - Chiara Roverotto

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