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A Schio si spende meno di Bassano per la Polizia Locale. Sotto la lente: 1,8 milioni di spesa, servizi adeguati?

A seguito dell'esame dei dati consuntivi degli ultimi anni richiesti dal nostro gruppo consiliare, emerge un quadro che richiede una riflessione approfondita. Per questo, ​a​bbiamo depositato una nuova interrogazione al Sindaco (clicca qui) , affinché l'amministrazione comunale si faccia parte attiva nel chiarire alcuni aspetti critici della gestione del Consorzio di Polizia Locale Alto Vicentino​. "Il confronto con realtà simili è inevitabil​e " - dichiara Alex Cioni, Capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Garbin. ​" Se il Comune di Bassano del Grappa spende circa 2.300.000 euro all'anno per la Polizia Locale, con un costo per abitante di circa 54 euro, Schio contribuisce con poco meno di 1.804 mila mila euro, pari a 46,91 euro per abitante. La domanda che ci poniamo è semplice: questi investimenti garantiscono un servizio efficiente e adeguato alle necessità della nostra comunità?" Nel dibattito in corso a Bassano del Grappa si sta valutando l...

Il lavoro non è una merce

GIOVANE ITALIA, LE LIBERALIZZAZIONI NON SIANO UN DOGMA. SOLIDARIETA' AI LAVORATORI DEL COMMERCIO

Le liberalizzazioni devono essere uno strumento per migliorare il funzionamento del sistema ma non devono essere un dogma.

Ben vengano se servono ad esempio per migliorare l’efficienza dei servizi pubblici locali a minor costo per la collettività, se servono per mettere in discussione la gerontocrazia e l’elitarismo di alcuni settori professionali, per creare più concorrenza e competitività nel lavoro e per aiutare i consumatori. Le liberalizzazioni devono essere sintonizzate con questi indirizzi ma di esse non si può e non si deve fare un uso indiscriminato e sregolato.
Nel settore della grande distribuzione e del commercio, in riferimento all’apertura domenicale degli esercizi prevista dal decreto Monti, si è creato solamente malcontento tra i lavoratori e non si sono certamente evidenziati incrementi dei consumi anche perché la gente, in tempo di crisi, bada bene alle proprie spese.
Più condivisibile era senz’altro la legge regionale che prevedeva solamente l’apertura di sedici domeniche più quattro e che il decreto Monti ha spazzato via.
L’apertura indiscriminata crea grosse difficoltà ai lavoratori e alle lavoratrici, specialmente mamme, che lavorando sette giorni su sette devono rinunciare alla loro vita famigliare e sociale in senso più ampio. Chi tiene i loro figli alla domenica?
Del resto anche i gestori degli esercizi commerciali si trovano in difficoltà perché a fronte della crisi non riescono ad assumere nuovo personale per garantire i turni di lavoro e, di fatto, non vedono aumentare i fatturati perché anche se tengono aperti i propri esercizi sette giorni su sette la gente, che non arriva a fine mese, non compra.
A questi lavoratori va quindi tutta la nostra solidarietà e ci auguriamo che l’esecutivo in carica possa fare marcia indietro per dare ascolto alle loro esigenze di persone, di madri e di padri, prima ancora che di lavoratori. Non si può ridurre tutto a variabili numeriche ed economiche. La dignità della persona e del lavoratore va salvaguardata senza se e senza ma. Ma andiamolo a spiegare a dei tecnocrati…

Alessandro Benigno
Presidente provinciale
Giovane Italia Vicenza

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