Libertà di parola

  
 IL PDL IN MUTANDE, LA PAURA UCCIDE
  

Il dato maggiormente significativo di questa tornata amministrativa è senza dubbio la disintegrazione del  PDL.
Il partito che con la Lega aveva sino a novembre 2011 la maggioranza in Parlamento ha perso dappertutto e male, confermando che quella di appoggiare e di sostenere a spada tratta il Governo Monti è stata semplicemente una scelta suicida.
A differenza del PD, il quale comunque perde anch’esso in consensi, il PDL non ha saputo smarcarsi neppure su di un tema rilevante dal disastroso pacchetto di misure montiane, che nel tempo record di sei mesi ha messo in ginocchio il Paese.
Ciò ha determinato il comprensibile disgusto dei ceti produttivi che sostenevano Berlusconi per aver visto lo stesso consegnare la loro testa al carnefice che li sta uccidendo a suon di tasse e balzelli.
Una strategia così suicida si può spiegare con una sola parola: paura. La paura è cattiva consigliera e Berlusconi e i suoi non hanno mostrato gran tenuta e coraggio e gambe in spalla hanno abbandonato la trincea al nemico sotto i bombardamenti mediatici avversari. In questo Paese è successo altre volte nella storia di di subire bombardamenti che hanno causato fughe illustri...
Tra l’altro, adesso che quel che rimane del PDL incomincia a capire, come un pugile dopo un KO, che forse sarebbe il caso di cambiare strada per salvare il salvabile e qualche strapuntino, arrivano le puntuali dichiarazioni dei Lavitola di turno a ricordare al Cavaliere di non fare scherzetti in Parlamento…Altrimenti c’è sempre Ruby…
Insomma mentre i ricattatori tengono sotto tiro il PDL , a sostegno della Banda Monti, adesso si apre uno spazio ampio per chi volesse e soprattutto sapesse portare avanti un serio programma di rinnovamento sociale , nazionale e popolare, senza infingimenti ne’ “moderatismi” davvero fuori luogo.
Non è epoca di  “mediazioni”, siamo in un ‘epoca di guerra non dichiarata ma praticata contro l’Italia e contro l’Europa, e le scelte di chi si propone in qualità di futura classe dirigente devono essere nette, decise, responsabili ma dotate della necessaria radicalità.
Il popolo italiano non ha espresso solo un voto amministrativo, ma in questa tornata, come dimostra il successo della lista di Grillo, chiede una visione politica ampia e strategica che porti l’Italia fuori dal pantano e dalla lenta agonia per asfissia a cui la costringono gli usurai internazionali.
Identità forte e radicata coniugata al necessario pragmatismo che sappia tessere alleanze con i ceti produttivi in difficoltà e con schieramenti che abbandonino pregiudiziali antifasciste; capacità di analisi e di scelte populiste ma non passatiste; slancio verso il futuro nel radicamento nei principi e capacità di costruire contropotere: sono oggi più che mai le chiavi per incominciare a giocare la partita e forse vincerla…

Carlo Bonney

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