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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

La delocalizzazione impoverisce i lavoratori italiani

   
LA LANEROSSI DI PIOVENE ROCCHETTE DELOCALIZZA IN ROMANIA. I CONTI IN ROSSO LI PAGANO SEMPRE I LAVORATORI

  

L’annunciata chiusura della Lanerossi di Piovene Rocchette, rilevata qualche anno fa da una società partecipata dal gruppo Marzotto e dal Gruppo Verzoletto, non scuote solamente l’Alto vicentino. Nonostante già un anno fa alcune preoccupazioni si erano ventilate tra i lavoratori, i vertici aziendali avevano garantito che non ci sarebbero state conseguenze sul piano occupazionale. Invece quasi 130 dipendenti stanno per entrare nel tunnel dell’apertura del processo di mobilità.

<< Quando i numeri sono in rosso e i conti non tornano ci sono pochi discorsi da fare – spiega il coordinatore vicario del Pdl scledense e dirigente provinciale Alex Cioni. Però questo è l’ennesimo segnale di un sistema economico pieno di contraddizioni perché se un'azienda per sopravvivere è costretta a delocalizzare per contenere i costi, facendone pagare il prezzo salato ai lavoratori, cioè alle fasce sociali più esposte, soprattutto in questa fase tremenda di crisi per l’occupazione, è lampante che le fondamenta su cui si sono poggiate molte delle convinzioni economiche di questi ultimi anni sarebbero da ripensare >>.
<< Ci vorrebbe la volontà politica di lavorare prima di tutto per gli interessi nazionali – sottolinea Cioni -, mentre siamo costretti a subire logiche di interessi economico-finanziari transnazionali che non guardano al benessere dei popoli ma al mantenimento dei privilegi di pochi sulla pelle di molti>>.


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