Si al modello tedesco, si anche alla cogestione


LAVORO, VERELLI (UGL): BENE MODELLO TEDESCO MA IMPORTANTE LA COGESTIONE

“Concordiamo con Giuseppe Mussari sul fatto che il fine della riforma del mercato del lavoro debba essere un rilancio produttivo e occupazionale che ci avvicini agli standard tedeschi anche per quanto riguarda la capacità di attrazione degli investimenti dell’estero, ma si deve considerare che quello tedesco è un modello partecipativo, capace di reagire dinamicamente alle crisi”.
Lo dichiara il segretario nazionale responsabile dell’ Ugl Credito, Fabio Verelli, commentando le dichiarazioni del presidente dell’Abi e aggiungendo che “in Germania viene applicato, dagli anni ’50, il principio della cogestione, che, permettendo la partecipazione diretta e responsabile dei lavoratori alla vita aziendale, e dando loro pari dignità rispetto agli imprenditori, consente una via d’uscita unitaria e agevolata da qualsiasi congiuntura critica. Ormai da anni, la nostra sigla sostiene con convinzione la necessità di diffondere anche nel nostro Paese il modello partecipativo per una vera e solida ripresa della nostra economia”.
“Ricordiamo – conclude il sindacalista – che la partecipazione dei lavoratori alla gestione ed agli utili aziendali, proposta da anni nel settore dall’Ugl Credito, è sempre stata respinta dall’Abi, di cui Mussari è presidente. 
L’auspicio è che l’imprenditoria italiana, e con essa i banchieri, maturino la capacità di recepire un principio efficace e solidaristico, che metta finalmente sullo stesso piano capitale e lavoro ”. 


Lavoro, Centrella: “Spero intervento Pdl su articolo 18”

“Solo il Pd ha voglia di cercare di modificare le normative sull’articolo 18 e spero che lo faccia anche il Pdl”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, a margine della conferenza nazionale del Pdl sul lavoro, a Milano, aggiungendo che “se il Parlamento ha a cuore i lavoratori italiani non può che modificare questa riforma, soprattutto per quanto riguarda l’articolo 18 sui licenziamenti per motivi economici”.
Il sindacalista invita i parlamentari “ad andare in giro per l’Italia per capire come stanno davvero i lavoratori italiani e rendersi conto della paura che hanno di fronte a questa riforma”.

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