Per amore di verità e non di partigianeria ritengo doveroso pubblicare su questo blog poche informazioni per mettere nelle condizioni i lettori di usufruire di un'informazione completa al fine di una valutazione obiettiva.
Quindi, in merito alle
dichiarazioni rilasciate alla stampa dal vice coordinatore del Pdl
vicentino Pierantonio Zanettin, in riferimento alle decisioni assunte in
seno al coordinamento provinciale lunedì sera (di cui faccio parte), vi riporto
quanto dichiarato dallo stesso Zanettin il 28 settembre 2010. Sempre al Giornale di
Vicenza: «Piuttosto stigmatizzo il comportamento di chi si rivolge
prima alla stampa e poi agli organi di partito - afferma Zanettin. -
Un'iniziativa sopra le righe da censurare».
Sursum corda!
Alex Cioni
A seguire l'articolo di un anno e mezza fa
Il coordinatore Zanettin dopo un confronto con l'ex An chiede che la discussione rimanga dentro il partito. Un documento firmato da 45 iscritti al Pdl accusa di tradimento l'attuale capogruppo
«Fuori il capogruppo "finiano" dal Pdl!» A Schio non c'è di mezzo un
appartamento a Montecarlo e nemmeno un più modesto rustico sul Novegno
ma la caccia grossa ai seguaci del Presidente della Camera è iniziata
ferocemente. E nel mirino c'è finito Alberto Bressan, capogruppo
consiliare, reo di aver dichiarato alla stampa di condividere le
posizioni di Fini ma di voler restare nel Pdl. Apriti cielo! Ben 45
iscritti al Popolo della Libertà scledense hanno scritto al coordinatore
provinciale Pierantonio Zanettin, al vicario Sergio Berlato e ai
coordinatori locali Marco Tolettini e Alex Cioni, invitandoli a fare
chiarezza e a prendere i provvedimenti del caso.
«Poiché sia in
ambito nazionale ma anche regionale e provinciale - si legge nel
documento - fonti autorevoli del Pdl hanno pubblicamente e ripetutamente
dichiarato che, pur nella legittimità di scelte personali, gli eletti
nelle file del Pdl che aderiscono al progetto dei finiani sono
incompatibili con il Pdl stesso e dovrebbero, per coerenza, dimettersi
non solo dagli incarichi di partito ma anche da quelli istituzionali,
vorremmo capire quale ragionamento politico si intenda proporre non solo
a noi aderenti ed attivisti ma anche ai cittadini elettori del comune
di Schio in merito all'affermazione del capogruppo Bressan».
Che
però smentisce tutto nella lettera di chiarimento inviata a Zanettin:
«Dichiaro, con la massima franchezza, di non essere "finiano", di non
aver mai aderito a Futuro e Libertà, nè a Generazione Italia e di non
aver alcuna intenzione di farlo. Sono e starò nel Pdl ricoprendo il
ruolo di capogruppo in Consiglio comunale a Schio».
Argomento chiuso
per il coordinatore provinciale: «Piuttosto stigmatizzo il
comportamento di chi si rivolge prima alla stampa e poi agli organi di
partito - afferma Zanettin. - Un'iniziativa sopra le righe da
censurare».
Sulla medesima linea si schiera Marco Tolettini: «In un
momento delicato come questo, dove è essenziale restare uniti, trovo
francamente evitabili certe riflessioni pubbliche. E comunque il gruppo
consiliare procede compatto».
Bressan rincara la dose, parlando di
«tentativi di screditare il Pdl scledense. La cattiveria degli uomini è
una brutta bestia. E l'invidia non è da meno».
Ma la vicenda è
tutt'altro che conclusa e la resa dei conti fra le due anime locali del
Pdl, che si riconoscono una in Tolettini e nei vertici della "vecchia"
Forza Italia e l'altra in Alex Cioni e nell'assessore regionale Elena
Donazzan, sembra inevitabile.
Nella vicina Malo i "finiani",
addirittura due in Giunta, escono allo scoperto ma in questo caso, come
precisa Zanettin, non ci sarà un suo intervento: «Gli assessori Golo e
Righele non sono iscritti al Pdl ed ogni discorso si chiude».