Articolo del Giornale di Vicenza sul caso nomadi di Schio

Proteste dal Pdl cittadino, Alex Cioni: "Questi sono i risultati del pseudo progetto educativo e del fantomatico quanto velleitario percorso di integrazione tanto caro al centro-sinistra scledense"
I DUE NOMADI ERANO FURIE SCATENATE
«Non è vero che tutti sono rimasti a guardare. Io sono intervenuta a soccorso dell'automobilista picchiato dai due nomadi nella notte di sabato scorso. Erano pazzi scatenati e mi hanno minacciata».
Vanessa contesta la versione dei fatti, riportata anche dal leghista Valter Orsi, secondo la quale nessun testimone sia intervenuto sabato notte a Torrebelvicino per strappare il quarantenne scledense dalla furia dei due giovani che avevano appena distrutto la Bmw contro un muro dopo aver tentato di mandarlo fuori strada: 
«È stata una brutta esperienza - racconta Vanessa - e mi sono accorta dopo quanto ho rischiato. Quando si sono resi conto che volevamo chiamare i carabinieri, hanno minacciato tutti».La vittima è finita in ospedale con il naso rotto, dopo che era stato al centro di un allucinante inseguimento, con tentativo di speronamento, solo perchè in precedenza, a Schio, aveva fatto i fari alla Bmw che era sbucata improvvisamente dal Caile ad alta velocità.


Anche un'altra persona che avrebbe tentato di frapporsi fra la coppia e l'aggredito, avrebbe rimediato un pugno. Il guidatore, G.H., 20 anni, è risultato positivo all'alcol test con conseguente patente ritirata e vettura, peraltro mezza distrutta dall'impatto col muro, posta sequestro.

Nell'impatto i due nomadi non hanno riportato ferite ma è stata la successiva aggressione al quarantenne, che si era fermato per soccorrerli, a terrorizzare chi ha tentato di intervenire. I carabinieri, quando sono giunti sul posto, sono riusciti a calmare gli animi ma hanno proceduto nei confronti del giovane solo per reati legati alla guida in stato di ubriachezza. 

Per ora non è stata formalizzata denuncia per l'aggressione e per i danni riportati dall'altra auto ma per questo ci sono 90 giorni di tempo. Un episodio che ha avuto vasta eco in quel di Schio, visto che i protagonisti sono componenti di una delle famiglie coinvolte in un progetto comunale di inserimento sociale. «Un episodio che è grave e che sarebbe stato grave qualunque fossero stati la nazionalità, l'origine, il nome o il colore di chi l'ha commesso - commenta l'assessore alla famiglia, Antonietta Martino - Chi ha sbagliato se ne assumerà la responsabilità perché, ed è sempre stato così, le regole sono uguali per tutti». Il leghista Valter Orsi rettifica il tiro di ieri: «Anch'io ho ricevuto segnalazioni che qualcuno ha provato a soccorrere la vittima e mi dispiace di aver accusato in tal senso i testimoni. Tuttavia, in queste occasioni, bisognerà imparare ad essere comunità, a far gruppo per difendersi». 

Proteste anche da parte del Pdl: «Questi sono i risultati del pseudo progetto educativo e del fantomatico quanto velleitario percorso di integrazione tanto caro al centro-sinistra scledense - afferma il coordinatore vicario, Alex Cioni. Se verrà confermato il coinvolgimento di elementi della famiglia nomade è indispensabile che l'Amministrazione comunale valuti seriamente l'opportunità di chiudere questa esperienza.». M.SAR. 



da www.ilgiornaledivicenza.it

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