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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

L'Europa non può sbilanciarsi sull'asse franco-tedesco

 
CRISI ECONOMICA: SERVE UNO SCATTO DELL'EUROPA

Nel breve periodo i segnali dell’economia sono assai drammatici. 
Si potrebbe parlare di stagflazione, vale a dire una fase di stagnazione più una inflazione (appunto stag-flazione) che è non è a due cifre come negli anni Ottanta ma che resta ben superiore alla media europea.
Da 15 anni non cresciamo, abbiamo perso 30 punti nella classifica di competitività rispetto alla Germania. La perdita della competitività incide sulla crescita: l’export tiene, ma la domanda interna è in calo preoccupante e quindi anche la produzione industriale.
La manovre restrittive pesano sulle tasche dei cittadini. Considerato che a breve termine il potere d’acquisto non potrà riprendersi, il rischio gravissimo che corriamo è quello di avvitarci su noi stessi, come la Grecia. 
Per questo molti economisti condividono oggi l’idea secondo cui in assenza di una politica europea di crescita - il che significherebbe una politica anche di bilancio più attenta alle esigenze di tutti i Paesi e non della sola Germania, e in cui gli “eurobond” possono finalmente finanziare gli investimenti - non si fa molta strada.
Da questo punto di vista, serve anche una presa di coscienza della Germania che avendo un cronico surplus della bilancia commerciale, deve dare un impulso alla crescita europea attraverso una politica espansiva e più generosa verso gli altri partners.

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