Il mercato finanziario o specula o non è
DUE COSE DI DESTRA, CIOE' DI BUON SENSO
Nuovo allarme attacco speculativo all’Italia. L’Europa non ci
aiuta, la politica è debole, i mercati ne approfittano per attaccarci
alle spalle e scappare col bottino.
Frasi già sentite da altre voci
(sommesse) più di sette mesi fa. Al governo c’era un tal Berlusconi e
tutti dicevano concordi che la debolezza strutturale che permetteva agli
speculatori di entrare e uscire dalle nostre casse come un coltello nel
burro fosse proprio lui. Storia passata.
Poche, anzi pochissime
persone, per onestà intellettuale, intelligenza critica o forse solo per
mancanza di immaginazione, sosteneva che il problema non fosse il tizio
che stava a Palazzo Chigi ma che i problemi erano – appunto –
strutturali e quindi non sarebbero stati risolti dal guaritore mandato
dal Colle.
I tanti che invece sembravano credere ad una magica soluzione
spiegavano che tutto dipendeva dalla fiducia dei mercati e quindi erano
certi che bastasse mettere alla guida dell’Italia “un uomo dei mercati”
per far quadrare il cerchio.
Il problema è che non si capisce un dato
di fondo e cioè che mentre alle famiglie, alle imprese e ai governi
serve la stabilità, ai mercati serve l’instabilità.
Se un’economia è
stabile si può fare pianificazione, ma non speculazione. La speculazione
ha bisogno che ciò che si compra e ciò che si vende cambi valore di
continuo. Così si fanno soldi coi soldi. Che è ciò che fanno “i
mercati”. L’unico ostacolo agli attacchi speculativi è una politica
forte. In Italia la politica è stata tolta di torno. In Italia non ci
sono poteri forti, ma solo potericchi, che hanno abbattuto i cani e
chiamato una volpe a governare il pollaio.
Marcello de Angelis
direttore de Il Secolo d'Italia
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