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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Monti passeggia a Wall Street il Giorno del Ricordo


FOIBE: IL GIORNO DELL'AMNESIA

Monti ha scelto il giorno del ricordo delle foibe per fare una passeggiata a Wall Street, così da evitarsi di partecipare a qualsiasi celebrazione. A causa del maltempo atmosferico – ma soprattutto del maltempo politico – quest’anno le Foibe sono tornate ad essere un simbolo di identità negata solo per alcune minoranze, tornate ad essere marginalizzate e tollerate a stento. Un ricordo dei familiari dei 300mila esuli, scappati dalla pulizia etnica del Compagno Broz Tito e trasportati attraverso l’Italia chiusi in treni che saltavano le fermate perché l’allora potentissimo Pc aveva mobilitato migliaia di militanti per insultare i profughi e impedire che fossero rifocillati. Secondo l’Italia di Togliatti, chi scappava dalla slavizzazione era un traditore della causa socialista. O un pazzo che rifiutava l’opportunità – sognata da milioni di compagni italiani – di vivere sotto il giogo comunista. Il 10 febbraio è tornato ad essere un giorno celebrato quasi solo a destra e nelle città dove forte è la presenza dei discendenti delle vittime. La nuova Italia ha voltato le spalle ai martiri che scelsero la morte pur di restare italiani. Non dovrebbe stupirci. La fine del governo di centrodestra ha riaperto le gabbie della faziosità italiana più infame. Ieri c’è chi, in scuole e università, ha organizzato persino party con prodotti jugoslavi per festeggiare le imprese di Tito. L’anno si è aperto con il tentativo di impedire le celebrazioni in ricordo dei ragazzi di destra ammazzati negli anni Settanta. Continua con la cancellazione del ricordo degli infoibati. Povera Italia, in che mani l’abbiamo fatta finire…
Marcello De Angelis - direttore de Il Secolo d'Italia - www.secoloditalia.it

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