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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Prima era solo colpa del Cavaliere, ora scoprono la speculazione

LA STANGATA DELL'AGENZIA USA E' IL PRELUDIO DELL'OFFENSIVA DI AGOSTO
Due colpi terribili per l’economia italiana. Prima il nuovo ministro dell’economia Grilli annuncia all’improvviso che mancano sei miliardi di Euro (e che quindi ritorna d’attualità l’aumento dell’Iva). 
Poi nella notte l’agenzia di rating, una di quelle terribili agenzie che hanno preso di mira il nostro Paese, abbassa addirittura di due punti il livello di fiducia nei nostri conti e nei nostri titoli sovrani.
L’agenzia giustifica questa pesantissima decisione con il clima diffuso di sfiducia sui mercati internazionali dopo le crisi di Grecia e Spagna, ma anche con l’avvicinarsi delle elezioni politiche nel 2013 che, a giudizio di quei tecnici potrebbero portare ulteriore instabilità.
E’ evidente che la speculazione internazionale, quelle forze occulte che sono in grado di muovere una massa di liquidità pari a otto volte il Prodotto interno lordo dei Paesi più sviluppati, sono pronte ad un attacco in grande stile nei confronti dell’Italia, dove peraltro la situazione è già difficile e complessa.
L'anno nero dell'economia italiana sara' nerissimo secondo il nuovo presidente di Confindustria Squinzi: il prodotto interno lordo, vale a dire l'indice della ricchezza del Paese, calerà del 2,4 per cento. Il Governatore di Bankitalia Visco prevede comunque una diminuzione superiore al 2 per cento, mentre il neo-ministro del Tesoro Grilli dice di non disporre ancora di stime complete.
I dati confermano che la produzione industriale non riparte, che i consumi calano, che gli investimenti non si rimettono in moto. Le prime cifre dei saldi estivi a Roma, per esempio, certificano cali nelle vendite che non si registravano da decenni, mentre tutte le vendite al dettaglio, nonostante l'apporto del turismo, segnano il passo.
La pausa d'agosto, come vuole tradizione consolidata, farà calare ancora cifre e speranze. E tutti restano in attesa del probabile aumento dell'Iva che farà registrare una ulteriore diminuzione degli acquisti. Tanto che tutti ormai si chiedono: quale sara' il punto più basso, da dove potremo cominciare finalmente a ripartire?
Il guaio e' che il quadro finanziario globale  è diventato ancora più cupo con uno "spread" a livelli molto elevati. Non e' ancora entrato in funzione lo scudo salva-spread e quindi non si e' in grado di giudicare la sua efficacia. Intanto la Borsa perde. Il quadro già negativo e' peggiorato dalla brutta situazione finanziaria degli enti locali che, in seguito ai tagli di spesa decisi dal Governo tecnico con la "spending review", rischiano di dovere ridurre le spese e quindi i servizi pubblici ai cittadini di oltre il 23 per cento in un anno. Tutto ciò dopo avere già tagliato le prestazioni di oltre 8 miliardi di euro negli ultimi due anni.
E cosa accadrà ancora alla ripresa autunnale se la politica dei tagli indiscriminati continuerà a provocare la chiusura di altre migliaia di posti di lavoro?

Il Mattinale 13.07.12

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