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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Il Mattinale

LEGA NORD: CHE AVVVENIRE SE MARONI SI AVVICINA 
Una Lega forte serve all’Italia ed è una buona cosa per il futuro di questo Paese. Il Popolo della Libertà ed in particolare il presidente Silvio Berlusconi guardano con attenzione a questo nuovo inizio di un alleato storico, che è stato determinante per scardinare sin dal 1994 l’apparato politico-finanziario-mediatico che incombeva sui destini dell’Italia.
Qualche commentatore sostiene che il Carroccio riparte da zero, ma non è così. 
Riparte da un segretario che conosciamo bene, e con il quale c’è stata piena sintonia su contenuti e modi con cui ha condotto ministeri essenziali quali quelli dell’Interno (due volte) e del Lavoro.
Una Lega che guadagni voti e gareggi con il Pdl per essere il primo partito del Nord non dà noia ai veri moderati. La sana concorrenza impedisce di considerare il patrimonio di consensi come acquisito, e dà prospettive di successo ad una alleanza che è nelle cose ed è richiesta, più che dalla tattica, dalla comunanza di ideali e di interessi del nostro elettorato. 
In questa fase siamo divisi sul sostegno al governo Monti, e questo spiega certe asprezze attuali di Maroni e dei leghisti. Colpisce però che in nessun caso il neo segretario abbia preso le distanze sulla sostanza della politica che ha caratterizzato il patto di governo tra il Pdl e il Carroccio.
Anche ora, pur ponendoci in modo diverso dinanzi all’esecutivo Monti, restano analoghi gli accenti posti sulla necessità di mettersi dalla parte dei piccoli e medi imprenditori vessati da eccessive tasse e da una macchina statale pletorica. 
Anche la sottolineatura di Maroni riguardo all’obiettivo permanente dell’indipendenza della Padania, è riflesso della messa in ombra del federalismo da parte di Monti e soprattutto del centrosinistra (più Udc). Ma proprio il federalismo è un progetto che ci vede tuttora pienamente alleati e compagni attuali di battaglia. 
Il Pdl ha aderito convinto all’idea di riforma federalista della composizione del Senato, votando gli emendamenti leghisti e portandoli al successo, e questo non è un punto secondario nell’idea comune di Stato, insieme federale e semi-presidenzialista, con un esecutivo capace di incidere senza le farraginose procedure attuali.
C’è un’altra ragione che dovrebbe confortare dinanzi a una forte ripresa di identità e di immagine della Lega: il Movimento 5 Stelle di Grillo nel momento delle note difficoltà della dirigenza del Carroccio ha attinto a piene mani dal suo elettorato, gonfiando il fronte della protesta parolaia e di pura protesta. 
La grande funzione storica e civile della Lega è stata invece quella, grazie alla genialità politica di Bossi, di trasformare in spinta autenticamente democratica di cambiamento le pulsioni ribelliste di ampi settori produttivi e popolari del Nord. Ora questo furto nella bottega nordista diverrebbe subito un deciso stop.

Il Mattinale

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