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Fratelli d’Italia: occasione persa sul futuro dell’area ex Lanerossi per le ripicche puerili della maggioranza

  N el corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, Fratelli d’Italia ha sostenuto con convinzione la mozione del centro sinistra dedicata al futuro dell’area ex Lanerossi tra via Carducci e via XX Settembre, un comparto strategico nel cuore del centro storico di Schio, da anni in stato di abandono e degrado. "Abbiamo ritenuto che la mozione fosse corretta nel suo impianto iniziale – ha spiegato Alex Cioni, capogruppo a Palazzo Garbin – perché mirava a definire, al di là di quanto prevede il TUEL in termini di competenze della Giunta su questa materia, le regole di ingaggio iniziali, cioè le condizioni politiche e operative da cui partire per affrontare un progetto di rigenerazione urbana di portata storica, non solo per la città di Schio ma per tutto l’Alto Vicentino". Fratelli d’Italia ha presentato e fatto approvare dai proponenti della mozione un emendamento che chiedeva di prevedere un confronto costante con le associazioni di categoria, i commercianti e le imprese...

Produrre occupazione con uno shock economico

COME AFFRONTARE LA CRISI: NEW DEAL, ALTRO CHE JOBS ACT


Al di là dei contenuti scarsi, il Jobs Act di Renzi ha avuto un merito: aprire la discussione sul tema del lavoro. 
Tuttavia, ricordiamo che il lavoro è una derivata, che dipende, cioè, dalla crescita economica. 
Se, poi, le regole del lavoro sono efficienti, flessibili, meritocratiche e trasparenti un punto di crescita economica in più porta con sé la creazione di nuovi posti di lavoro, mentre se le regole del mercato del lavoro sono rigide, desuete e inefficienti, ci vuole molta crescita per produrre occupazione (è il concetto di “elasticità” del lavoro rispetto alla crescita).
In momenti storici di crisi grave come quella attuale, pertanto, non basta rivedere le regole del mercato del lavoro. Serve uno shock economico. Serve uno shock perché la nostra economia e il nostro tessuto sociale hanno subito una guerra. Cinque-sei anni di guerra finanziaria-speculativa che abbiamo perso. E adesso servono medicine, medicine forti: rooseveltiane, keynesiane, neokeynesiane. New deal, altro che Job Act.
In momenti come questo le regole vanno spezzate, vanno rotte. Dopo la grave crisi del 1929 Roosevelt fece proprio questo: cambiò le regole. Ebbe il mondo contro, ma andò avanti lo stesso. 
Dopo anni la Corte suprema degli Stati Uniti diede ragione a chi aveva fatto ricorso contro l’interferenza del governo federale su materia di competenza dei governi dei singoli Stati federati, ma intanto, il keynesismo di fatto (i lavori) erano stati fatti e lo shock c’era stato. 
I nostri governanti dovrebbero riflettere su questo punto. E prendere esempio.

Il Mattinale 

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