SOSTITUIRE L'EUROPA DEI TECNOCRATI CON L'EUROPA DEI POPOLI
A maggio si vota per le europee. Una tornata elettorale che per anni non
ha interessato quasi nessuno, se non gli aspiranti candidati, di solito
“trombati” alle elezioni politiche nazionali, in cerca di una
collocazione ben retribuita.
Quest’anno, però, per gli ovvi motivi
che tutti ben conosciamo, le elezioni europee si annunciano quasi come
un referendum tra favorevoli all’Europa, così è e costi quel che costi, e
i cd euroscettici che includono appunto gli “scettici“, liste
apertamente anti-Euro, regionalisti, separatisti e molti che per
ottenere un po’ di rinnovata visibilità come la novella Forza Italia,
puntano tutto sul diffuso e legittimo aggiungo io, malcontento verso le
politiche di Bruxelles.
Cosa dovrebbe fare, in questo ping-pong di posizioni alquanto scontate, una vera forza rivoluzionaria?
Come
si dovrebbe porre in modo dinamico ed innovativo, senza cadere nella
rincorsa di un anti-europeismo cavalcato da molti, se non da troppi,
senza scivolare nel campo per questo dei lacche’ di Bruxelles?
E,
inoltre, cosa dovrebbe fare una forza identitaria , capace e determinata, una volta giunta nel Parlamento Europeo , cosa in se’
contraddittoria, se non la si vede in un’ottica di avamposto dove
combattere la giusta battaglia per una Nuova Europa?
Anzitutto,
dovrebbe porre l’accento su una Confederazione politica europea, che
superi e trascenda l’attuale impalcatura sovranazionale.
Dovrebbe,
inoltre, chiedere a gran voce l’abolizione del Trattato di Maastricht e
la sua sostituzione con un nuovo Trattato Europeo, stabilito su basi
paritarie. Eguale sorte per il Fiscal Compact ed il Mes.
Dovrebbe
anche stabilire nuovi criteri economici e sociali per dare all’Euro,
finalmente lo status di moneta sovrana fuori dai parametri monetaristi
ed il vincolo alla sua emissione alle diverse Banche Centrali nazionali,
con una Banca Centrale Europea che svolga il ruolo di mera
supervisione, ma vincolata alle decisioni politiche degli Stati
Confederati e non in totale autonomia come avviene ora.
Dovrebbe
stabilire dazi e misure protezionistiche verso capitali e merci
extraeuropee, privilegiando lo scambio “interno” allo spazio europeo, e
la stipula di Trattati bilaterali con la Russia e gli Stati rivieraschi
del Mediterraneo.
Dovrebbe proporre la chiusura dello spazio europeo
ai cittadini extraeuropei, in attesa di una vera politica comune
sull’immigrazione che venga adottato a livello Confederale.
Dovrebbe,
in conclusione, porre le basi teoriche, attraverso la proposizione di
misure concrete da adottare subito, per la costruzione di quell’Europa
dei Popoli che sostituisca questa Europa dei tecnocrati, senza cadere
nel campo dei velleitari reazionari antieuropei tout – court.
Carlo Bonney