QUANDO C'ERANO UNO STATO, UN POPOLO E UNA NAZIONE: 23 LUGLIO 1930 TERREMOTO DEL VULTURE:
Benito Mussolini, appena conosciuta notizia del disastro convocò
l'allora Ministro dei Lavori Pubblici, l'on. Araldo di Crollalanza e gli
affidò l'opera di soccorso e ricostruzione.
Araldo di Crollalanza, in
base alle disposizioni ricevute e giovandosi del RDL del 9 dicembre 1926
e alle successive norme tecniche del 13 marzo 1927, norme che
prevedevano la concentrazione di tutte le competenze operative, nei casi
di catastrofe, nel Ministero dei Lavori Pubblici, fece effettuare nel
giro di pochissime ore il trasferimento di tutti gli uffici del Genio
Civile, del personale tecnico, nella zona sinistrata.
Secondo le
disposizioni di legge, nella stazione di Roma, su un binario morto, era
sempre in sosta un treno speciale, completo di materiale di pronto
intervento, munito di apparecchiature per demolizioni e quant’altro
necessario per provvedere alle prime esigenze di soccorso e di
assistenza alle popolazioni sinistrate.
Sul treno presero posto il
Ministro, i tecnici e tutto il personale necessario. Destinazione:
l’epicentro della catastrofe. Araldo di Crollalanza non si allontanò mai
dalla zona sinistrata, adattandosi a dormire in una vettura del treno
speciale che si spostava, con il relativo ufficio tecnico da una
stazione all’altra per seguire direttamente le opere di ricostruzione. I
lavori iniziarono immediatamente. Dopo aver assicurato gli attendamenti
e la prima opera di assistenza, si provvide al tempestivo arrivo sul
posto, con treni che avevano la precedenza assoluta di laterizi e di
quant’altro necessario per la ricostruzioni.
Lavorando su schemi di
progetti standard si poté dare inizio alla costruzione di casette a pian
terreno di due o tre stanze anti-sismiche, particolarmente idonee a
rischio. Contemporaneamente fu disposta anche la riparazione di migliaia
di abitazioni ristrutturabili, in modo da riconsegnarle ai sinistrati
prima dell’arrivo dell’inverno. A soli tre mesi dal catastrofico sisma, e
precisamente il 28 ottobre 1930, le prime case vennero consegnate alle
popolazioni della Campania, della Lucania e della Puglia.
Furono
costruite 3.746 case e riparate 5.190 abitazioni. Mussolini salutò il
suo Ministro dei Lavori Pubblici al termine della sua opera con queste
parole: "Eccellenza Di Crollalanza, lo Stato italiano La ringrazia non
per aver ricostruito in pochi mesi perché era Suo preciso dovere, ma la
ringrazia per aver fatto risparmiare all’erario 500 mila lire".
L'intervento complessivo, difatti era venuto anche a costare meno del
previsto. Nonostante il breve tempo impiegato nel costruirle e
nonostante i mezzi tecnologici relativamente antiquati di cui poteva
disporre l'Italia del 1930, le palazzine edificate in questo periodo
resistettero ad un altro importante terremoto che colpì la stessa area
50 anni dopo.
C’è la testimonianza di un giovane di allora, il signor Liberato
Iannantuoni che ricorda: "Nella notte del 23 luglio 1930, il terremoto
distrusse alcuni centri della zona ai limiti della Puglia con la Lucania
e l’avellinese, in particolare Melfi, Anzano di Puglia, Lacedonia.
Proprio tra le macerie di questo borgo, all’indomani del terribile
sisma, molte personalità del tempo accorsero turbate da tanta straziante
rovina, fra le quali il Ministro dei Lavori Pubblici Araldo di
Crollalanza.
Avevo allora 22 anni, unitamente ad altri giovani fummo comandati allo
sgombero delle macerie. Ecco perché conobbi da vicino Araldo di
Crollalanza; si trattenne un po’ con noi con la serena e ferma parola di
incitamento al dovere; restò per me l’uomo indimenticabile per i fatti
che seguirono. Tutto quello che il sisma distrusse nell’estate 1930,
l’anno nuovo vide non più macerie, ma ridenti case coloniche ed altre
magnifiche costruzioni con servizi adeguati alle esigenze della gente
del luogo. Moderne strade fiancheggiate da filari di piante ornamentali;
si seppe anche che costi occorrenti furono decisamente inferiori al
previsto".
Ronny Dentice