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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Nell'anniversario della strage partigiana. Sabato sera la deposizione dei fiori

68° ANNIVERSARIO ECCIDIO DI SCHIO


L'eccidio di Schio è il massacro compiuto nella notte tra il 6 e il 7 luglio 1945 (due mesi dopo la fine della guerra) a Schio da un gruppo formato da partigiani comunisti della Divisione garibaldina "Ateo Garemi" ed agenti della Polizia ausiliaria partigiana (istituita alla fine della guerra e composta da ex partigiani).
Nell'incursione trovarono la morte 54 persone, tra cui 14 donne (la più giovane aveva 16 anni) e ne vennero ferite numerose altre. Alcuni detenuti, coperti dai corpi dei caduti, si salvarono indenni. I soccorritori quando giunsero trovarono il sangue che colava sulla scala, sul cortile e arrivava fino sulla strada.
Leggi la cronaca di quei giorni

La Comunità militante scledense come ogni anno ricorda le vittime di una strage per decenni dimenticata e lasciata volutamente nell'oblio per scelta delle autorità politiche cittadine.
L'eccidio delle carceri scledensi è stata una strage compiuta in coerenza con il clima di terrore voluto dalle bande partigiane comuniste che in quei mesi spadroneggiavano in tutto il nord Italia.
A 68 anni di distanza, Noi crediamo in una pacificazione che sia coerente e rispettosa della memoria di tutte le parti che in quei mesi si sono combattute in una guerra civile sanguinosa.
Davanti a quel portone vogliamo lasciare un ricordo, una breve riflessione in memoria di quelle donne e di quegli uomini massacrati dalla cultura dell’odio.
Ci fermeremo a riflettere con gli occhi che guardano al presente e con lo spirito rivolto al futuro perché la nostra viva e sincera speranza è che si apra una nuova stagione realmente fondata sul rispetto reciproco e da una ritrovata coscienza nazionale. L'Italia di oggi ha troppi problemi e troppi nemici per continuare a dividersi secondo logiche partigiane e strumentali.


Comunità Militante Schio 

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