Articolo de La Nuova Vicenza

 PDL DIVISO SU TUTTO. ANCHE SUI NOMADI A SCHIO

«La solidarietà va meritata, ma gli zingari non fanno nulla per meritarsi il nostro rispetto. Viene da chiedersi se il problema siamo noi o non siano piuttosto loro». Alex Cioni, oggi coordinatore vicario del Pdl di Schio e membro del direttivo provinciale del Pdl dopo una lunga militanza nelle fila della destra sociale, con le sue dichiarazioni sui nomadi ha scatenato un polverone. 
Il casus belli sono stati gli incidenti alla sagra di Santissima Trinità – un mese fa alcuni giovani rom ubriachi hanno seminato il panico malmenando i presenti – ma da lì ne è nata una querelle politica ben più ampia, che continua ancora oggi. «L’episodio di SS. Trinità è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma a Schio la presenza di carovane c’è da anni ed è aumentata moltissimo negli ultimi mesi – spiega Cioni -. C’è davvero un’invasione, soprattutto in zona industriale, e io ricevo quasi quotidianamente telefonate di persone che mi segnalano i problemi e i disagi».
La polemica nasce dal fatto che proprio a Schio il Comune ha avviato da anni un progetto per favorire l’integrazione dei nomadi, con un appartamento messo a disposizione di una famiglia sinti. Esperimento fallito, secondo Cioni: «Se i risultati sono questi, viene da chiedersi che senso hanno questi percorsi. Non è che si può insistere con la solidarietà a senso unico, soprattutto se poi magari non c’è la stessa sensibilità di fronte ad altri italiani che vivono qui da generazioni e che ora si trovano in difficoltà. Non ci possono essere discriminazioni al contrario. Il problema degli zingari, e uso questo termine appositamente perché non lo considero offensivo, è che sono nomadi fino ad un certo punto, dato che la maggior parte di loro vivono qui stabilmente. Ma se decidi di stabilirti in una zona devi anche decidere cosa fare della tua vita: non puoi viveri di accattonaggio o furberie. Le regole devono valere per tutti».
E chi desidera comunque mantenere vive identità e tradizioni, anche con uno stile di vita non omologato? «Questo lo posso anche capire, ma siamo in un contesto che difficilmente può sopportare certe situazioni – continua Cioni -. Questi si piazzano in una piazzola e non hanno il minimo rispetto per il decoro e per chi ci sta attorno. È chiaro che la gente poi s’incazza, mi passi il termine. E il problema è che il Comune di Schio ha fatto di tutto per richiamarli qui: se gli fai capire che qui c’è tolleranza per certi comportamenti, loro lo capiscono subito». 
Lui, al contrario, sarebbe per la linea dura, pur consapevole che un Comune ha armi spuntate e mezzi di intervento limitati. «Di sicuro questo è un fenomeno generale che meriterebbe una politica decisa a livello europeo e nazionale. Ma se dipendesse da me, a Schio io non farei fermare una carovana neanche per 5 minuti. Si spostano qualche chilometro più in là: vero, ma intanto io penso al mio territorio. Un po’ come si fa con le ordinanze antiprostituzione: spostano il problema senza risolvere la situazione, ma almeno si cerca di arginare il fenomeno. A Schio, invece, il fallimento è sotto gli occhi di tutti».  
Per sottolineare il concetto, Cioni ha stampato un manifesto polemico in cui invitava i nomadi a sostare sotto il palazzo del Comune, dove avrebbero trovato adeguata e calorosa accoglienza. Manifesto che gli è costato, da parte di un’associazione che si occupa della tutela dei minori rom, una segnalazione per “aver contribuito ad alimentare sentimenti xenofobi e comportamenti discriminatori”, e da cui è nato un putiferio anche all’interno del suo schieramento: il consigliere del Pdl Marco Tolettini ha bollato l’iniziativa di Cioni come demagogica, dandogli indirettamente del fascista. «Il manifesto era volutamente provocatorio, per accendere il dibattito – replica Cioni -. Quanto a Tolettini, sono anni che cerca di intavolare un inciucio politico col centrosinistra, e per questo gli fa gioco farmi passare come il mostro nero, cattivo e fascista. Ma loro lo scaricheranno: credo che per il centrosinistra sarebbe molto imbarazzante allearsi con uno come Tolettini, che ha sempre sostenuto, per fare un esempio, l’operazione del nuovo ospedale di Santorso». 
Tolettini, in effetti, fa parte dell’ala del Pdl di ex forzisti riconducibile a Zanettin, Galan e Sartori, e a Schio ha appena ridato vita al gruppo consiliare di Forza Italia, beccandosi la scomunica del segretario provinciale, ex An, Sergio Berlato. Il sartoriano Tolettini contro il berlatiano Cioni: il botta e risposta sui nomadi è  l’ennesimo capitolo della guerra che dilania a tutti i livelli il centrodestra vicentino. «Noi abbiamo provato a far valere una logica di democrazia interna – commenta Cioni -. Non ci siamo riusciti, e si continua con una gestione fatta da capibanda in cui fa politica chi è amico di tizio o di caio, senza un confronto sulle idee. È chiaro che un partito del genere non è un partito: sarà difficile trovare un punto di equilibrio». La prospettiva di una spaccatura è sempre più vicina. «Non lo so, dipende anche dal contesto nazionale. Certo che se rinasce Forza Italia con le solite regole, una riflessione andrà fatta. Le bandiere hanno la loro importanza e, con tutto il rispetto, non ho molta voglia di fare il portabandiera di una nuova Forza Italia».

Luca Matteazzi 
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