TUTTE LE TASSE IMPOSTE DALLA SINISTRA
"Non lascerò il Paese alla sinistra, statene
certi": è l'impegno di Silvio Berlusconi per salvare l'Italia da un
declino al quale molti sembrano già rassegnati. Un impegno legato ad una
promessa immediata: l'abolizione dell'Imu. La tassa sulla prima casa, un bene
primario, è la più odiosa (e la più salata) di tutte.
Ma non è certo la sola
tassa "rossa", perché tra Ulivo e Unione, tra Amato, Visco e Padoa
Schioppa, la sinistra quando è stata al governo si è inventata 67 balzelli in
15 anni.
Si iniziò con il prelievo forzoso del 6 per mille
sui conti correnti, notturno e retroattivo, voluto da Giuliano Amato nel 1992,
per passare all'eurotassa di Romano Prodi come pedaggio per entrare in Europa
(restituita al 60 per cento ma solo per finta: al suo posto arrivarono due
addizionali Irpef).
Nel 1998 Vincenzo Visco introdusse l'Irap per coprire le
spese sanitarie: anziché ridurre gli sprechi, i cui effetti durano fino ad
oggi, vennero bastonate le imprese e il lavoro per finanziare un sistema
costoso e inefficiente.
E ora per le regioni in deficit sanitario oltre al
danno c'è la beffa dell'aumento delle addizionali Irpef e, appunto, Irap.
La
tassa di successione, ribattezzata con macabro humour "dichiarazione sul trasferimento a causa di
morte" andò nuovamente a colpire diritta i beni oltre i 250 mila euro,
in pratica tutte le case. Quindi le tasse di scopo e l'immediato aumento delle
aliquote fiscali, che nel nostro governo 2001-2006 avevamo ridotto: fu la
stangata estiva del decreto Visco-Bersani, che colpì anche il Tfr dei lavoratori,
le partite Iva, i precari.
Ora la sinistra è nuovamente assetata di tasse,
nonostante il governo Monti abbia portato la pressione fiscale oltre il 45 per
cento.
E dunque ha come primo punto del programma la patrimoniale, che dovrebbe
taglieggiare indifferentemente case (di nuovo!) e risparmi.
E qui attenti
all'imbroglio: Bersani e la Cgil parlano di tassa straordinaria sui
"grandi patrimoni", omettendo di dire che sommando immobili e
risparmi nessuna famiglia si salverebbe, neppure quelle a reddito più basso.
Ma
Nichi Vendola di patrimoniali ne vuole addirittura tre: due straordinarie del 5
e del 10 per cento sui risparmi, ed una fissa del 5 per mille sui
"ricchi".
Cioè, nelle intenzioni della sinistra, su tutti. Alle quali
si aggiungerebbe la Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, che è
una fissa di Bersani. Una spremitura colossale, che metterebbe l'Italia in
ginocchio ancora più di adesso, e farebbe fuggire definitivamente i capitali, e
quindi il lavoro.
Non solo. Uno Stato di polizia tributaria, nel quale
dovremmo trasformarci in delatori, e non certo gli evasori (che per non pagare
le tasse hanno ben altri mezzi) ma tutti i cittadini vivrebbero con l'incubo
che i loro consumi domestici, perfino spese come quelle per la scuola e la
salute, diventino pretesto per ispezioni fiscali e richieste perentorie di
nuove tasse. Ecco il futuro che ci aspetta se vincono loro.
Il Mattinale del 17.09.12