LETTERA APERTA. SULL'ECCIDIO DI SCHIO DEVONO FINIRE LE MANIPOLAZIONI DA PARTE DI COLORO CHE SOFFIANO SUL FUOCO DELLE STERILI CONTRAPPOSIZIONI IDEOLOGICHE. FALLITO IL PATTO DI CONCORDIA CIVICA, SI TORNI A LAVORARE PER UNA VERA RICONCILIAZIONE/VIDEO

I fatti degli ultimi anni parlano chiaro: la città di Schio ha dovuto assistere all’ennesima vergognosa manifestazione promossa da vari gruppi di sinistra nel giorno dell'anniversario dell'eccidio. Una brutta pagina scritta ancora una volta da chi si definisce democratico e pacifista, mentre la città stava partecipando al rito religioso di concordia cristiana e riconciliazione promosso dai parenti delle vittime, congiuntamente alle autorità civili e militari.
Che a scatenare la rabbia dei manifestanti antifascisti sia stata le deposizione dei fiori alle ex carceri da parte dell’assessore regionale Elena Donazzan, dal sottoscritto e dal già deputato Giorgio Conte, assieme ai tanti che hanno partecipato alla messa, la dice lunga sul tasso di stupidità dei manifestanti che si è palesata ancora una volta nella gratuita violenza di piazza arginata dall'energico intervento della polizia.
Alla luce di quanto accaduto martedì sera, non vi sono dubbi su chi ricade la responsabilità della massiccia presenza di forze dell'ordine in città, e chi sono coloro che si ostinano a riportare ogni 7 luglio indietro le lancette dell'orologio per trascinarci vigliaccamente dentro un clima da guerra civile.
Dopodiché, sui giornali viene diffusa la notizia che il sottoscritto dovrebbe essere denunciato per manifestazione non autorizzata e per violazione del Dpcm emanato durante l'emergenza sanitaria. Su quali basi giuridiche dovrebbe scattare la denuncia non è dato sapere, ma il disegno politico è talmente chiaro che lo capisce pure un bambino: mettere sullo stesso piano la gazzarra delle sinistre, culminata in tafferugli con la polizia, un corteo non autorizzato e in aperta violazione delle distanze di sicurezza previste dal Dpcm, con chi ha partecipato alla messa deponendo un fiore in memoria delle vittime, in modo da puntellare l'alibi su cui si regge la narrazione coltivata da chi la concordia nel 2005 l'ha firmata in calce su un pezzo di carta senza averla mai veramente coltivata.

L'obiettivo di questi manipolatori di professione, è di rafforzare nell’immaginario collettivo una contrapposizione tra opposte fazioni, quando i fatti hanno dimostrato - ancora una volta - che non esiste alcuna "guerra" tra fazioni ma l’ostentata ostinazione di una minoranza rumorosa di imporre alla città il suo punto di vista.
Solo chi è in malafede può mettere sullo stesso livello chi partecipa alla messa di concordia e riconciliazione, per poi deporre un mazzo di fiori, con coloro che imprigionano letteralmente il cuore della città per due ore mettendo in scena una gazzarra invereconda tra urli, minacce e insulti.
E' giusto che si sappia che negli ultimi anni l'Anpi non ha partecipato al rito religioso ponendo dei veti inqualificabili: o noi o loro hanno più volte ribadito a tutte le parti in causa (Comitato parenti, Prefetto, Questore e Sindaco). Se l'Anpi non accetta che in chiesa siano presenti persone che appartengono ad altre parrocchie politiche, seppur figure istituzionali, se l'Anpi e soci non accettano che sia deposto un mazzo di fiori, diviene palese la strumentalità e l'inefficacia del Patto di Concordia civica firmato nel 2005.
Per tornare alla notizia della denuncia al sottoscritto, faccio presente che avevo l'autorizzazione per deporre i fiori, quindi per quale ragione diffondere notizie false e tendenziose, se non per compensare in qualche modo la messa in scena degli antifascisti?
Sommessamente ricordo che tre anni fa successe la stessa cosa: venni denunciato assieme al Presidente dell’ANPI per manifestazione non autorizzata, ma in tribunale il giudice assolse il sottoscritto confermando invece il decreto penale di condanna al presidente dell'Anpi.
In conclusione, ci tengo a ribadire, anche in cinese se occorre, che per quanto ci compete continueremo ad operare nel nome del superamento di queste tensioni per raggiungere una vera e sacrosanta riconciliazione che consegni alla storia il crimine compiuto dai partigiani in quella maledetta notte di luglio di 75 anni fa. Un obiettivo che va raggiunto senza se e senza ma, non solo per liberare finalmente una città giustamente esausta delle sceneggiate di piazza, ma soprattutto per le vittime di tutte le fazioni che si affrontarono durante la guerra civile. 
Vittime che meritano di riposare in pace senza essere continuamente chiamate in causa da coloro che preferiscono andare a caccia di fantasmi, piuttosto che occuparsi di proporre agli italiani una prospettiva e delle soluzioni concrete che interessino i problemi di natura socio-economica e politica che stanno segnando duramente il nostro tempo. E che inevitabilmente peseranno sulle spalle delle future generazioni.

Alex Cioni
Capogruppo in Consiglio comunale a Schio

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