ANGELINO ALFANO, FINI UN TRADITORE AL CAPOLINEA
Ma in quale realtà vive Gianfranco Fini? C'è
veramente da chiederselo dopo aver letto la sua intervista di stamani al Messaggero in cui accusa Alfano di
non lavorare per un grande centrodestra. Detta da un "leader"
alla testa di un partitino irrilevante, che in tutti i sondaggi non supera mai
il due per cento, quella del presidente della Camera può essere liquidata come
una battuta da bar.
Una volta salito alla terza carica dello Stato, Fini
ha cominciato a picconare il centrodestra lavorando quotidianamente, insieme
alla sua pattuglia di guastatori in Parlamento, per sabotare il governo e il
centrodestra. Raggiunto il risultato, ha trovato ospitalità in quello che
avrebbe dovuto essere il grande centro di Casini e che si è invece liquefatto
nel giro di pochi mesi, tanto che lo stesso Fini ha tentato di riaprire un
dialogo col Pdl. E lo ha fatto con arroganza, dettando addirittura le
condizioni. Roba da non credere, e Alfano ha ovviamente rispedito al mittente
una proposta irricevibile, limitandosi peraltro a descrivere la realtà, e cioè
che la storia di Fini con l'elettorato di centrodestra è finita.
La porta chiusa in faccia a Fini era un atto
doveroso, per rispetto di Berlusconi e di tutti gli elettori che hanno visto
tradire il loro voto dal cofondatore del partito. Fini è stato il primo
presidente della Camera che, eletto da una precisa maggioranza parlamentare, in
corso d'opera ha cambiato schieramento politico.
Non solo: prima dell'uscita
volontaria dal Pdl (nessuno lo ha mai cacciato), ha trasformato la terza carica
dello Stato prima nella dependance di un capocorrente, e subito dopo in una
segreteria politica. Cose mai viste nella storia della Repubblica, e che sono
state tollerate dalle vestali delle istituzioni solo perché un presidente della
Camera ostile al premier faceva comodo per mandare a casa Berlusconi.
Ora, con le elezioni alle porte, Fini è alla
spasmodica ricerca di una ciambella di salvataggio, e imputa ad Alfano di avere
una concezione del centrodestra "molto limitata e con un perimetro molto
ristretto". Con questo ragionamento bislacco, assomiglia a quell'inglese
che, quando la Manica era in tempesta, diceva compiaciuto: "Oggi il
Continente è isolato".
Il Mattinale