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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Il Governo della miseria tira dritto

CRISI,NON E' UNA MANOVRA E' UNA STANGATA
L'altro ieri Mario Monti l'ha ammesso: "Abbiamo preso misure brutali, non abbiamo usato il bisturi fine". 
Ci voleva tanto? Perché, per giorni, dopo la presentazione della Legge di stabilità che a fronte di pochi spiccioli che rimette in una tasca ai contribuenti, ne toglie molti di più dall'altra tasca, era stato detto tutto il contrario? "Non è un'altra manovra, non ne abbiamo bisogno, si tratta di misure di riequilibrio fiscale" era il ritornello dei ministri. Ma gli italiani non sono scemi, sono bastati pochi minuti per capire che tra aumento dell'Iva e tagli retroattivi a deduzioni e detrazioni fiscali, i conti delle famiglie ne sarebbero usciti di nuovo massacrati. 
E la già scarsa fiducia tra cittadino e fisco sempre più compromessa, ad opera di un sistema che sempre più da Stato di polizia tributaria.
Nell'ansia di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 per compiacere Angela Merkel (nessun altro paese europeo si è dato questo obiettivo), i tecnici hanno già sbagliato le previsioni sugli effetti recessivi dei tagli dei mesi scorsi. Ora ecco l'"aggiustamento": un'altra spazzolata di tasse. Noi lo abbiamo detto subito. 
E la bloccheremo in Parlamento: i tagli alle detrazioni fiscali non possono essere retroattivi, c'è uno Statuto del contribuente (legge dello Stato) che lo vieta, e c'è soprattutto l'etica e il buon senso. 
Quindi impediremo l'aumento dell'Iva di luglio, e niente retroattività al 2012 perché su mutui e rette scolastiche le famiglie hanno già fatto i conti. 
Ed anche il ministro Vittorio Grilli la smetta di giocare con le parole: "Quello dell'Iva non è un aumento, è una riduzione perché avrebbe dovuto aumentare di due punti". Ma per favore!
E la piantino di mettersi al petto medaglie: se lo spread scende (ma siamo ancora ben oltre i livelli dei nostri governi) vanno ringraziati gli italiani che si sacrificano e comprano Btp. Ed il centrodestra, che fin dall'inizio ha evitato guai peggiori sulle tasse - ricordate quando Monti voleva fin da subito aumentare l'Irpef, e fu Alfano a bloccarlo? - mentre la sinistra ha già pronta la patrimoniale e organizza scioperi buoni solo per la Cgil.

Il Mattinale

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