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Schio, FdI incalza l’assessore Maculan sul recupero del calore industriale. Cioni: “Un’opportunità non solo per Schio”

D urante l'ultimo consiglio comunale, è stata discussa l’interpellanza presentata dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia relativa alla possibilità di recuperare il calore di scarto da due impianti industriali attivi h24 sul territorio comunale e di valutarne l’integrazione nella rete di teleriscaldamento di Alto Vicentino Ambiente (AVA).  Al centro della proposta, la richiesta di avviare uno studio di fattibilità tecnico e politico, coinvolgendo AVA e i Comuni soci, per verificare l’estendibilità del servizio verso Zanè e Marano Vicentino, secondo un modello virtuoso ispirato ad un'esperienza sorta a Brescia. “ È un’iniziativa concreta e orientata al futuro – ha spiegato il capogruppo Alex Cioni – ma che non può prescindere dal segnalare una contraddizione evidente dell’amministrazione di Marigo oggi e di Orsi ieri, che sin dal 2014 concentrano la propria attenzione ambientale esclusivamente sul termovalorizzatore, mentre non si sono mai spesi con la stessa energia verso al...

SCHIO, DA VENT'ANNI SENZA CERTIFICATO ANTINCENDIO: ARCHIVIO STORICO LANEROSSI TRA RISCHI E RESPONSABILITÀ

Nel prossimo Consiglio Comunale del 25 novembre, il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia porterà in discussione la delicata situazione dell’Archivio Storico Lanerossi custodito presso l’ex assortissaggio lane, un capannone industriale degli anni ’60. (clicca qui) 

Il patrimonio è vigilato dal 1972, quando venne dichiarato dalla Soprintendenza di notevole interesse storicoNonostante la straordinaria importanza dell'archivio, che rappresenta un unicum in Italia, l'immobile, all’interno del quale si trova tutta la documentazione, non dispone del certificato di prevenzione incendi (CPI), obbligatorio per legge e indispensabile per garantire la sicurezza di una struttura di tale rilevanza. 

“Questa grave mancanza – afferma Alex Cioni, consigliere comunale e presidente della Prima Commissione – Patrimonio – ricade sulle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi vent’anni, colpevoli di aver scelto di non intervenire affidandosi pericolosamente alla sorte. È inaccettabile che un patrimonio così prezioso sia stato lasciato in queste condizioni di rischio”.

Il problema è emerso un anno fa a seguito di un sopralluogo della Prima Commissione - patrimonio guidata da Alex Cioni, il quale ha poi proceduto chiedendo delucidazioni alla Soprintendenza e agli uffici comunali costringendo la giunta ad affidare ad uno studio professionale la progettazione degli interventi previsti per l’ottenimento del CPI. 
Tuttavia, lo stanziamento di 150 mila euro previsto, peraltro solo nel 2027, potrebbe non essere sufficiente a coprire tutti gli interventi necessari, considerando che l’immobile è solo parzialmente di proprietà comunale e che, al momento, non è chiaro quali interventi siano effettivamente richiesti su un vecchio edificio situato in un’area recentemente acquisita da Marcello Cestaro, patron del gruppo Unicomm, che ha manifestato l’intenzione di riqualificarla completamente.

Fratelli d’Italia auspica di ottenere dal Sindaco risposte chiare:

  1. Perché in vent’anni non si è provveduto a mettere in sicurezza l’archivio?
  2. Quali interventi sono previsti per il rilascio del CPI, e quali sono stati gli esiti della verifica dei Vigili del Fuoco?
  3. Con la riqualificazione dell’area ex Lanerossi acquistata da privati, si intende valutare la demolizione del capannone per migliorare il decoro della zona?
  4. Alla scadenza del contratto di comodato nel 2028, è opportuno considerare la restituzione dell’archivio ai legittimi proprietari, che avrebbero l’obbligo di conservarlo sotto la supervisione della Soprintendenza?

"È necessario un dibattito serio e trasparente sul futuro dell’archivio - ha concluso Munari. Non possiamo continuare a tenerci in carico un bene del genere di proprietà della Marzotto in maniera approssimativa, ignorando rischi e responsabilità. Se il Comune non può garantire le risorse e le condizioni adeguate, è giusto valutare altre soluzioni, tra cui la restituzione ai proprietari del materiale prima dello scadere del comodato d'uso, dal momento che, sotto la scrupolosa supervisione della Soprintendenza, dovranno comunque mantenerlo secondo la normativa di legge".

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