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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Schio, le ipocrisie e il disastro della non accoglienza

SCRIVE IL CONSIGLIERE COMUNALE CUNEGATO, RISPONDO IO VISTO CHE NON LO FA NESSUNO

Nel dare spazio qualche riga più sotto all'intervento, ripreso su Facebook, del consigliere comunale di TesSIAMOSCHIO Carlo Cunegato, mi permetto di rispondergli brevemente ma con la dovuta chiarezza.
Il “protocollo d’intesa” a cui si riferisce è -nel senso letterale del termine- carta straccia. Gli accordi per la locazione di un locale rientrano in una trattativa privata tra cooperative e privati cittadini, questo significa che il documento a cui si riferisce ha come unica utilità di fungere da specchietto per le allodole per perorare la causa di un sistema dell’accoglienza senza se e senza ma, poi spacciato per un atteggiamento pragmatico al fine di governare il fenomeno. 
I fatti però dicono altro: per esempio, nel Comune di Santorso del “mitico” Sindaco Balzi, i numeri dei richiedenti asilo sono diminuiti ma rimangono ancora ben superiori ai numeri stabiliti nelle quote che lo stesso Balzi si è impegnato a proporre nel “protocollo d’intesa”. Come mai? 

Sono mesi che sosteniamo l’inutilità della firma del documento perché non avrebbe comportato nessuna garanzia nel rispetto delle quote. I fatti ci stanno dando ragione, perché se un cittadino ha 50 posti letto, non esiste una normativa vigente che gli vieti di metterli a disposizione dei richiedenti asilo in quella che è una trattativa privata tra privati (cooperative-proprietario immobile). 

Tra l’altro, siccome è evidente che il sistema dell’accoglienza italiano non è in grado di affrontare il fenomeno, tant’è che lo Stato è costretto ad affidarsi alla sete di denaro dei privati cittadini; considerato che le politiche del Governo nazionale hanno favorito e favoriscono l’arrivo di questi flussi di migranti dal centro Africa, tant’è che per la Boldrini dobbiamo accogliere tutti indiscriminatamente, è realistico pensare -anche a margine del probabile spostamento della rotta balcanica verso l’Italia-, che i richiedenti asilo continueranno ad essere piazzati dove c’è disponibilità di posti letto senza tenere conto se un Comune ha aderito o meno al “protocollo d’intesa”. 

Fino a quanto i proprietari dell’albergo Duca d’Este a Santorso garantiranno la disponibilità della loro struttura a beneficio della cooperativa ConTe, pure il Sindaco Balzi se ne dovrà fare un ragione: i numeri degli ospiti, oggi in diminuzione, potranno tra qualche mese aumentare nuovamente, dimostrando ancora più palesemente che il “protocollo d’intesa” può servire al massimo per incartare il pesce perdendo definitivamente la sua utilità di specchietto per le allodole. 



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