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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Al peggio non c'é mai fine

  LA CRISI CORRE PIU' VELOCE DELLA POLITICA

La crisi non aspetta i tempi della politica, tanto meno quelli di un Bersani che si è infilato nella rincorsa ai grillini, scegliendo così di mandare a sbattere il Paese. 
Perché si moltiplicano i segnali di allarme di un’economia reale - famiglie e imprese - che chiede interventi rapidi su quei temi che il Pdl vuole siano affrontati subito nel nuovo parlamento: tasse, redditi, occupazione.
Gennaio ha aperto il nuovo anno con un consistente calo dei consumi (-2,4% su base annua) che sono tornati ai livelli del 2004. Quel che è peggio, Confcommercio vede un futuro ancora più nero, un 2013 molto difficile (altrochè ripresina!), come confermano i dati sugli ordinativi dell’industria in febbraio. 
Cassa integrazione in crescita, indici di fiducia crollati ai minimi, un calo mai visto dei consumi elettrici (-8%) che testimonia dell’abisso in cui si è andato a infilare il sistema produttivo, sono altri elementi che inducono al pessimismo.
Confesercenti, l’organizzazione del commercio tradizionalmente più vicina alla sinistra, è la più dura nel chiedere alla politica di fare presto e traccia un quadro delle cose da fare che è sostanzialmente sovrapponibile a quello del centrodestra, con un forte abbattimento della pressione fiscale su imprese (Irap) e famiglie (Irpef), tagli selettivi alla spesa, nessuno spazio all’aumento dell’Iva. Il presidente di Confesercenti dice alle forze politiche che “non si può più tergiversare, il paese non ne può più, occorre una svolta”.
Tra le cose da fare subito non indica la legge sul conflitto di interessi né una nuova legge anti-corruzione, ma meno tasse, più liquidità alle imprese, più tagli alla spesa pubblica. Un messaggio inascoltato da Bersani che dimostra di non aver , orecchie per ascoltare la voce del Paese.

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