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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Basta immigrazione, fermiamo gli schiavisti di esseri umani

GIORGIA MELONI: L'IMMIGRAZIONE NON E' UN DIRITTO, SERVONO CONTROMISURE E UN CAMBIO DI ROTTA

Per far fronte all’allarme immigrazione non basta di certo la vaga dichiarazione di intenti illustrata oggi dal ministro Alfano a nome del governo Renzi ma servono contromisure imponenti e un cambio di rotta. Tre le proposte di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale.
La prima: chiarire con leggi adeguate che l’immigrazione non è un diritto ma è un contratto tra il cittadino straniero e lo Stato italiano. A fronte di una serie di diritti, l’Italia deve pretendere dall’immigrato il rispetto delle nostre leggi e della nostra cultura e che possa soggiornare solo se provvisto di un regolare permesso di soggiorno e di un contratto di lavoro che attesti che è in grado di provvedere alla propria sussistenza.
La seconda: intervenire in sede Ue per cambiare il regolamento Dublino 3 sui richiedenti asilo, che oggi scarica interamente questo problema sulle spalle delle Nazioni di frontiera. L’Italia deve chiedere che i richiedenti asilo, a prescindere dallo Stato di arrivo, siano distribuiti equamente tra tutti e 28 gli Stati membri e che i costi del loro mantenimento siano a carico dell’Ue e non dello Stato ospitante.
La terza: l’Italia pretenda dall’Europa la "clausola della Nazione più esposta": visto che siamo una Nazione di frontiera, sia previsto che l’Italia applichi automaticamente la normativa più restrittiva tra quelle in vigore nell'Unione Europea. Perché mentre in Italia si allargano le maglie dell’immigrazione, le altre Nazioni europee applicano leggi sempre più severe. A cominciare dalla Germania che si accinge ad approvare una norma per espellere dai suoi confini i cittadini anche europei privi di lavoro da più di sei mesi.

Queste le nostre proposte che si sono rese urgenti soprattutto dopo la folle abolizione del reato di clandestinità sostenuta dalla maggioranza e da Ncd, insieme a Forza Italia e M5S.
Lanciare il segnale che le porte dell’Italia sono aperte a chiunque, senza bisogno di permesso di soggiorno o contratto di lavoro è stato un clamoroso errore. Basta demagogia, basta ipocrisia: l’Italia intervenga e corregga queste storture approfittando del semestre di presidenza Ue.

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