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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Per l'Inps chiudere le frontiere è un errore/VIDEO


IN GIORNI DI SBARCHI RECORD, L'AFFERMAZIONE DI BOERI E' UNA SUPPOSTA DI DISINFORMAZIONE CHE IN TEMPO DI GUERRA SAREBBE SANZIONATA CON LA FUCILAZIONE ALLA SCHIENA                         di Alex CIONI

Il presidente Tito Boeri nella sua relazione annuale, ha affermato che la chiusura delle frontiere significherebbe "distruggere il nostro sistema di protezione sociale", tanto da arrivare a dire che da qui al 2040 le casse dell'Inps perderebbero fino a 73 miliardi di entrate contributive.
Evidentemente, l'utile idiota in servizio permanente dei vari immigrazionisti, siano essi Renzi, Gentiloni o la Boldrini, fino a Papa Bergoglio, pensano che siamo un branco di deficienti.
Da qualche anno l'Italia ha ridotto il numero di ingressi di lavoratori extracomunitari per motivi di lavoro, motivato da un fattore tanto oggettivo quanto banale: la richiesta di manodopera interna è ai minimi storici, tanto è vero che il sistema occupazionale è ancora in crisi nonostante le panzane di un Governo sempre più lontano dagli italiani ma sempre più contiguo a posizioni cosmopolite e terzomondiste.
Notizie come questa rappresentano delle vere e proprie supposte di distrazione di massa e di disinformazione con la evidente funzionalità politica di provare a convincere gli italiani della necessità di accogliere le orde di africani, di pakistani o bengalesi che si riversano quotidianamente sulle nostre coste, quando anche un bambino dell'asilo sa bene che questo tipo di immigrazione incontrollata (sic!) produce annualmente miliardi di euro di costi per i contribuenti italiani allargando il buco delle già precarie casse statali.
Detto questo, vien da chiedersi quali sarebbero i vantaggi per le casse dell'Inps e per l'intero sistema economico nazionale, insistere in una politica dell'accoglienza che non fa altro che alimentare l'arrivo nel continente europeo di centinaia di migliaia di persone, quando il mercato industriale e commerciale nazionale è ancora in affanno. Il presidente dell'Inps su questo punto non da risposte. Oltretutto, questi baldi ragazzotti, arrivano da clandestini sfruttando i flussi diretti dai trafficanti del crimine organizzato per poi spacciarsi per profughi appena giunti in Italia, divenendo nel contempo manodopera a basso costo anche per le gang criminali dedite allo spaccio e alla prostituzione.
Lasciamo stare che abbiamo milioni di italiani disoccupati, il 40% dei giovani a spasso senza avere una prospettiva di vita e professionale degna di tale nome, mentre decine di migliaia lasciano ogni anno il paese nel quale sono nati per trasferirsi all'estero.
Lasciamo stare che ci sono intere famiglie che a fatica sbarcano il lunario. Lasciamo stare che la pensione sarà un miraggio per intere generazioni. Basti dire che ascoltare simili analisi da un funzionario pubblico, tra l'altro pagato a peso d'oro, farebbe girare i cabbasisi anche al più pacifico dei monaci tibetani.
Ordunque, oggi è il caso di chiedersi: per quanto tempo ancora siamo disposti a farci prendere per il fondoschiena da una classe dirigente costituita da imbonitori a libro paga e da dei pagliacci in giacca e cravatta?. Ai posteri l'ardua sentenza.

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