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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Vicenza latrina per sbandati e immigrati/VIDEO



DEGRADO A CAMPO MARZO A VICENZA: TRA "PROFUGHI" E SBANDATI IL CLIMA DI INSICUREZZA PERMANE/VIDEO di Alex Cioni

Un anno fa grazie a Francesca Carollo, il programma di Rete4 Quinta Colonna ha puntato i riflettori sul desolante contesto di degrado che quotidianamente si assiste a Vicenza tra la stazione dei treni, campo Marzo e viale Milano. Un anno dopo è cambiato poco, il clima in quella zona rimane di assoluta trascuratezza e di insicurezza. La massiccia presenza di immigrati a cui si sono aggiunti i cosiddetti profughi che in alcuni casi si dedicano allo spaccio di droga associato al dilagare di sbandati e tossicodipendenti nostrani, rappresentano la fotografia di una irreversibile mutazione che non riguarda solo Vicenza ma gran parte delle città italiane. Ormai non c'è città che non sia costretta a convivere con delle zone "franche" impestate di persone già avvezze al crimine o di altre che arrivano nel nostro Paese convinte di trovare la panacea risolutrice dei propri problemi. Ragazzi giovani e in forze costretti a scontrarsi con una realtà nuda e cruda che li costringe a passare celermente dalla speranza di migliorare la propria condizione di vita alla mera sopravvivenza fatta di espedienti e crimini più o meno gravi. 
Tutto questo si mescola alla crisi materiale e morale della popolazione autoctona incapace di reagire ad un declino che pare inesorabilmente irreversibile. 

I muri non sono di certo la risposta risolutrice ai problemi che riguardano i fenomeni migratori ma rappresentano necessariamente il primo fronte sul quale costruire una trincea per proteggerci dall'inettitudine di chi regge le file dei governi dei popoli e di coloro che nell'immigrazione intravedono solo elementi positivi e virtuosi negandosi anche l'evidenza dei fatti. 

Tutto il resto sono solo chiacchiere salottiere di chi pontifica dagli schermi televisivi e dagli scranni dei banchi parlamentari, di coloro che molto spesso vivono al sicuro dei propri attici in quartieri abitati tendenzialmente da altri bianchi come loro, mentre le periferie infiammano con gli italiani abbandonati a sé stessi. 



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