Il Governo spegne le luci
La Fiat non viene più considerata una casa automobilistica prestigiosa, tanto che l'agenzia Moody's la declassa.
Era già in una brutta categoria la nostra azienda leader, ma l'indice di fiducia B2 e' stato portato di colpo a B3.
E non vanno meglio le attività
estere della Fiat se la finanziaria del Nord America e quella del Canada
vengono ridotte anche esse al grado B3. Un vero disastro.
Anche perché l'agenzia Moody's considera negativa la tendenza delle vendite non soltanto in Italia ma anche sul mercato brasiliano che sembrava il più promettente per la Fiat e prevede addirittura un'ulteriore riduzione di liquidità fino al 2013.
Anche perché l'agenzia Moody's considera negativa la tendenza delle vendite non soltanto in Italia ma anche sul mercato brasiliano che sembrava il più promettente per la Fiat e prevede addirittura un'ulteriore riduzione di liquidità fino al 2013.
Allo stesso tempo il Fondo
Monetario Internazionale ci dice che gli investimenti dall'estero nel nostro
Paese sono calati in un anno del 15 per cento, drenando miliardi di euro da un
sistema produttivo già in crisi di asfissia per lo scarso credito bancario.
È chiaro quel che sta accadendo: nonostante i bassi livelli dei prezzi, gli investitori stranieri non entrano su un mercato in preda all'incertezza e ad una crescente mancanza di fiducia nel futuro.
È chiaro quel che sta accadendo: nonostante i bassi livelli dei prezzi, gli investitori stranieri non entrano su un mercato in preda all'incertezza e ad una crescente mancanza di fiducia nel futuro.
Intanto il potere d'acquisto
delle famiglie crolla ai minimi dall'anno 2000, la propensione ovvero la voglia
di risparmio si riduce ad appena otto euro su cento, quasi 50.000 persone nelle
città sopratutto del Nord sono rimaste senza casa ponendo così gravissimi
problemi di assistenza ai comuni di riferimento.
I consumi oramai sono in caduta libera, le aziende registrano vendite e profitti degni di altre epoche, le piccole e medie imprese commerciali continuano a chiudere i battenti perché non ce la fanno a sopravvivere.
I consumi oramai sono in caduta libera, le aziende registrano vendite e profitti degni di altre epoche, le piccole e medie imprese commerciali continuano a chiudere i battenti perché non ce la fanno a sopravvivere.
La ricetta
dei professori almeno per il momento prevede conti rigorosamente in ordine e
niente ricette precise per la crescita, il risparmio verrà dal taglio
dell'illuminazione come negli anni della crisi petrolifera, nel lontano 1973.
Il Mattinale del 10.10.12
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