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Schio – Via Verdi, Fratelli d’Italia: Va bene la sperimentazione, ma serve una regia complessiva. La nostra proposta: via Manin come accesso regolato da sud

L a questione della viabilità in via Verdi, utilizzata da anni come scorciatoia verso il centro storico nonostante il divieto ai non residenti in vigore dal 2010, torna al centro del dibattito politico.  I dati raccolti dal Comune a maggio 2025 parlano chiaro: oltre 1.000 veicoli al giorno, con il 70% che supera i 30 km/h. La giunta Marigo ha annunciato che dal 1° settembre al 31 dicembre sarà sperimentata l’inversione del senso di marcia, con entrata da via Manin/via San Gaetano e uscita verso via della Pozza, per ridurre i flussi non autorizzati. Per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia si tratta di un passo che può essere utile ma insufficiente se viene non inserito in un piano organico. “Via Verdi va alleggerita e lo diciamo da anni - afferma il capogruppo Alex Cioni - ma questo va fatto all’interno di una visione più ampia e funzionale della viabilità di accesso al centro. Può andare la fase di sperimentazione, ma serve congiuntamente una reale alternativa per chi arriv...

L'Europa non può sbilanciarsi sull'asse franco-tedesco

 
CRISI ECONOMICA: SERVE UNO SCATTO DELL'EUROPA

Nel breve periodo i segnali dell’economia sono assai drammatici. 
Si potrebbe parlare di stagflazione, vale a dire una fase di stagnazione più una inflazione (appunto stag-flazione) che è non è a due cifre come negli anni Ottanta ma che resta ben superiore alla media europea.
Da 15 anni non cresciamo, abbiamo perso 30 punti nella classifica di competitività rispetto alla Germania. La perdita della competitività incide sulla crescita: l’export tiene, ma la domanda interna è in calo preoccupante e quindi anche la produzione industriale.
La manovre restrittive pesano sulle tasche dei cittadini. Considerato che a breve termine il potere d’acquisto non potrà riprendersi, il rischio gravissimo che corriamo è quello di avvitarci su noi stessi, come la Grecia. 
Per questo molti economisti condividono oggi l’idea secondo cui in assenza di una politica europea di crescita - il che significherebbe una politica anche di bilancio più attenta alle esigenze di tutti i Paesi e non della sola Germania, e in cui gli “eurobond” possono finalmente finanziare gli investimenti - non si fa molta strada.
Da questo punto di vista, serve anche una presa di coscienza della Germania che avendo un cronico surplus della bilancia commerciale, deve dare un impulso alla crescita europea attraverso una politica espansiva e più generosa verso gli altri partners.

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