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Schio – Via Verdi, Fratelli d’Italia: Va bene la sperimentazione, ma serve una regia complessiva. La nostra proposta: via Manin come accesso regolato da sud

L a questione della viabilità in via Verdi, utilizzata da anni come scorciatoia verso il centro storico nonostante il divieto ai non residenti in vigore dal 2010, torna al centro del dibattito politico.  I dati raccolti dal Comune a maggio 2025 parlano chiaro: oltre 1.000 veicoli al giorno, con il 70% che supera i 30 km/h. La giunta Marigo ha annunciato che dal 1° settembre al 31 dicembre sarà sperimentata l’inversione del senso di marcia, con entrata da via Manin/via San Gaetano e uscita verso via della Pozza, per ridurre i flussi non autorizzati. Per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia si tratta di un passo che può essere utile ma insufficiente se viene non inserito in un piano organico. “Via Verdi va alleggerita e lo diciamo da anni - afferma il capogruppo Alex Cioni - ma questo va fatto all’interno di una visione più ampia e funzionale della viabilità di accesso al centro. Può andare la fase di sperimentazione, ma serve congiuntamente una reale alternativa per chi arriv...


LIBERALIZZAZIONI: QUEL FAVORE SVENTATO ALLE COOP ROSSE
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Nessuno l'ha scritto, ma - approfittando della prima manovra varata dal governo tecnico - il Pd ha provato, con la scusa delle liberalizzazioni, a fare un altro regalo enorme al monopolio delle cooperative rosse, come era già avvenuto nel 2007 con la famosa "lenzuolata" di Bersani. 
Il tentativo, che è arrivato a un passo dal concretizzarsi, era di liberalizzare i farmaci di fascia "C", ossia di far distribuire quelli vendibili solo su ricetta, ma interamente a carico dei cittadini, anche nelle parafarmacie e nei cosiddetti "corner" presenti nella grande distribuzione. 
Il blitz è fallito dopo la minaccia della serrata da parte delle farmacie, ma soprattutto per il diniego opposto dal Pdl a un'operazione che di trasparente non aveva proprio nulla, visto che era basata su un falso presupposto: quello secondo cui consentire la vendita dei farmaci di fascia "C" al sistema di distribuzione delle cooperative rosse avrebbe significato favorire più concorrenza e quindi calmierare i prezzi con un vantaggio finale per i cittadini-consumatori. Peccato che abbassare i prezzi dei farmaci di fascia "C" sia impossibile per legge, visto che questi vengono stabiliti dallo Stato insieme alle industrie farmaceutiche, e che quindi si tratta di prezzi fissi e immodificabili su tutto il territorio nazionale. 


Dunque, si sarebbe trattato di una liberalizzazione fittizia che avrebbe favorito i soliti noti (le coop rosse) rischiando di disarticolare l'intero sistema farmaceutico. Peraltro, si è visto com'è finita la liberalizzazione precedente, quella dei farmaci da banco acquistabili senza ricetta. Anche in quel caso si gridò al miracolo: finalmente i prezzi delle medicine caleranno, potremo curarci più facilmente e con minor spesa. Senza contare le migliaia di nuovi posti di lavoro che si creeranno, si disse. Invece, ad approfittare della ventata "liberista" sulle compresse per il mal di testa è stata soprattutto la grande distribuzione - in particolare le Coop - mentre, come è accaduto per telefonini, auto e banche, i prezzi dei farmaci liberalizzati sono rimasti sostanzialmente invariati, facendo anzi registrare un aumento in linea con l'indice Istat. 
Il Pd non ha digerito la sconfitta, e ora accusa il governo di essere stato troppo blando sul fronte delle liberalizzazioni. Ma, come si è visto, quella sui farmaci di fascia "C" era solo una falsa liberalizzazione, che avrebbe consegnato il mercato dei farmaci ad alcuni potentati, in primis proprio le Coop, oltre che ad alcune multinazionali delle medicine che da tempo hanno messo gli occhi sul nostro mercato.

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