EMERGENZA COVID. SONO IN FASE DI DISTRIBUZIONE I 207 MILA EURO DI BUONI SPESA PER L'ACQUISTO DI GENERI ALIMENTARI. IL CONSIGLIERE COMUNALE ALEX CIONI: "L'80% DELLE DOMANDE ARRIVA DA CITTADINI STRANIERI. LE DONNE PAGANO IL PREZZO PIU' CARO"

Nei mesi scorsi il Governo ha assegnato poco più di 207 mila euro al Comune di Schio per la distribuzione dei “buoni spesa” finalizzati all'acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità. Hanno potuto beneficiare del buono nominale di 25 euro, distribuito in base ai componenti del nucleo familiare, coppie e single con priorità per chi non ha ricevuto altri sostegni pubblici (es. Reddito di cittadinanza, Naspi, cassa integrazione ecc.).
Sono state 471 le richieste arrivate in Comune ma le pratiche accolte sulla base dei requisiti stabiliti dallo Stato, sono state solo 159 pari a poco più di 50 mila euro. L'anno scorso (clicca qui) le domande soddisfatte in aprile sono state 708 per un importo complessivo di circa 200 mila euro.
Le richieste presentate dai cittadini stranieri (comunitari ed extracomunitari) coprono la quasi totalità delle domande, ovvero l’81% circa delle domande inoltrate agli uffici comunali, mentre per quanto riguarda le domande accolte, le richieste presentate da cittadini italiani arrivano al 33% circa, di cui il 67% sono donne. << Dato quest’ultimo tutt'altro che trascurabile che delinea ancora in maniera più marcata su chi sta gravando il peso maggiore di questa emergenza sanitaria >> - spiega il capogruppo di SchioCittà Capoluogo Alex Cioni.

Per il consigliere comunale << la lettura dei numeri è un utile esercizio per scattare una fotografia aggiornata sulle criticità sociali esistenti in città. Come per la prima tranche di buoni spesa assegnati l'anno scorso, penso che in questa fase straordinaria di emergenza sia corretto aiutare tutti – chiarisce Cioni -, dopodiché l'esame dei dati apre ad alcune considerazioni che sarebbe da ipocriti nascondere. 
I buoni sono richiesti soprattutto da cittadini stranieri, in particolare dagli extracomunitari, il che definisce in maniera altrettanto evidente il tipo di immigrazione a cui l'Italia ha aperto le porte negli ultimi anni a causa di un modello di politica immigrazionista che nei fatti erode risorse preziose che invece dovrebbero essere destinate in primis ai cittadini italiani >>.
L'esponente del centrodestra e di Fratelli d'Italia fa poi sapere di essere intenzionato ad esaminare se tra le richieste avanzate agli uffici ci sono anche i richiedenti asilo ospitati dalle cooperative.
<< Considerato quanto successo in altre città, sarà mia cura chiedere una verifica agli uffici comunali per accertare se tra gli assegnatari ci sono anche i sedicenti profughi. Mi auguro non sia così – avverte Cioni - perché i buoni spesa vanno assegnati solo alle persone in difficoltà, mentre i richiedenti asilo sono ospitati dalle cooperative ricevendo vitto e alloggio gratuito >>. 

Alla luce di questi dati c'è un'altra domanda che sorge spontanea. Come mai sono stati così pochi i cittadini italiani a presentare la domanda nonostante ci siano interi settori (commercio, sport e ristorazione in primis) in crisi?
Secondo Cioni le risposte sono due: << O gli scledensi non fanno richiesta in quanto non hanno subito delle così gravi ripercussioni economiche da incidere pesantemente sui bilanci familiari, o da buoni veneti preferiscono arrangiarsi evitando di affidarsi ai Servizi sociali del Comune esibendo così il proprio stato di difficoltà economica >>.

Commenti