Lettera aperta ai militanti e iscritti di FdI-An


FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE SIA LA DESTRA CHE DOVEVA ESSERE E CHE NON E' STATA

In queste settimane di una estate mai arrivata qui al nord, i militanti di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale (alto vicentino) continuano una raccolta di firme a sostegno della petizione promossa a livello locale contro l'operazione "Mare nostrum" e il continuo arrivo di sedicenti profughi nei centri di accoglienza della provincia.
Un'iniziativa coerente con la linea politica del Partito (credo), tuttavia lo scopo di questa mobilitazione è anche di tornare a dialogare con la nostra gente andando con determinazione verso quel popolo sempre più abbandonato dalle istituzioni e da una classe politica cocciutamente chiusa nella propria torre d'avorio.
Le presenze di piazza promosse nel vicentino in questi ultimi tre mesi (vedi altresì i presidi notturni al residence Campiello a Vicenza contro il degrado e lo sfruttamento della prostituzione), sono quindi propedeutiche a ricreare quell'empatia e quel legame diretto con i cittadini che negli ultimi tempi era venuto meno anche da parte nostra. 
Cittadini (a partire da quelli più vicini a noi), certamente restii e titubanti verso i partiti tutti, anche se lo sono di meno o possono diventarlo quando ci si mette la faccia con genuinità dimostrando che il nichilismo ideale di cui la politica si è impregnata non ci appartiene in alcun modo. 
Giorgia Meloni, leader di FdI-AN
Dobbiamo lasciare agli altri le chiacchiere salottiere, dimostrando coi fatti che il nostro lavoro è profuso a ridare un altro valore alla politica per troppo tempo svilita e svenduta sull'altare di interessi personalistici. Noi dobbiamo essere gli alfieri di quella politica che un tempo veniva definita un'arte e un'opera di servizio per la propria gente, tornando a pensare e a elaborare secondo un sano pragmatismo ma senza svendere il nostro patrimonio ideale, altrimenti ci conviene sgomberare il campo ad altri attori ben più bravi di noi a gestire l'ordinaria amministrazione.
Ciò detto, vorrei definire con chiarezza un aspetto dell'azione politica che dovrebbe entrare nel codice genetico di FdI-An. Un chiarimento necessario sopratutto per coloro credono che il Partito possa essere un taxi buono per soddisfare le ambizioni di tipo personalistico e non uno strumento a disposizione di una Comunità politica che vuole camminare al fianco del proprio popolo: le logiche di Palazzo, funzionali a se stesse e ai loro propugnatori fino ad arrivare alle alchimie politiche costruite nei sottoscala dei medesimi palazzi, non ci devono più appartenere. Mai più!.
Per questo sono moderatamente fiducioso che Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale possa riuscire ad andare oltre anche nei confronti della propria storia.
Una storia fatta di chiaro-scuri come ha dimostrato la fine ingloriosa, e per certi versi meritata, di quel Partito nato dalle ceneri del Movimento sociale italiano e in particolare di quello che fu il suo capo. Rimettere in piedi una sorta di surrogato di An sarebbe un errore politico grossolano ma sopratutto diverrebbe ridicolo il  pensare di tornare alle vecchie logiche “aenniste” e a certi metodi che hanno contribuito a decretarne il dissolvimento dal panorama politico nazionale. 
Fatte queste banali quanto necessarie riflessioni, l'invito che rivolgo è di lavorare secondo uno spirito impersonale e costruttivo; perchè se è vero che ci aspetta una fase intensa e ricca di impegni, non solo per le dinamiche interne al Partito, l'annunciato autunno caldo dovrà vederci in prima linea in difesa dei nostri connazionali, già vittime di una recessione economica che non da segnali di cedimento e di un Governo che sino ad ora si è dimostrato - per usare un eufemismo - inappropriato e inefficace, servo delle logiche eurocratiche che alle scorse elezioni europee abbiamo cercato di denunciare con chiarezza ma, forse, senza quella convinzione che inversamente ci hanno messo altri nostri competitors politici.
Mi avvio alla conclusione cogliendo l'occasione di questa lettera aperta per una breve riflessione sul “centro-destra”. Come ha detto bene Giorgia Meloni il centrodestra che conoscevamo non c'è più, forse lo possiamo trovare trascritto su qualche annuncio funebre nei pressi di Palazzo Chigi, ma attualmente è un dato di fatto che sia un'entità astratta, politicamente ininfluente e frastagliata da scelte di natura politica e/o strategica (sic) molto diverse tra di loro. Il che significa che discutere di centrodestra è un puro esercizio di sofismo, una sorta di discussione del sesso degli angeli, insomma, una perdita di tempo.
A mio parere, i nostri sforzi devono essere focalizzati per costruire quella Destra che non c'è stata e che poteva essere, una Destra ( meglio ancora un polo sovranista) che non si limiti a caratterizzarsi secondo dogmi di epoca ottocentesca ma che sia in grado di distinguersi coi contenuti e coi propri valori senza arrivare ad inseguire il potere a tutti i costi, sopratutto se fine a se stesso.
Per queste ragioni ritengo non ci sia altro da fare che lavorare sodo iniziando a discutere concretamente su quali siano i contenuti e i valori che intendiamo rappresentare come forza politica. Se vogliamo una Destra che sia sociale e nazionale, una Destra i cui valori di riferimento tornino ad essere a tutti gli effetti l'onestà e la legalità, l'amor di Patria e il coraggio, la giustizia sociale e la sovranità nazionale, sospinti da un cameratismo inteso come spirito di comunione e di condivisione di ideali che esulano dall'individualità, dobbiamo tornare a parlare chiaro guardando negli occhi i nostri interlocutori, senza complessi di inferiorità già visti nel recente passato. 
Se vogliamo recuperare la credibilità perduta, questi valori non siano intesi in senso astratto e generico ma come fondamento necessario per la ripartenza del nostro agire quotidiano in qualità di militanti non solo di un partito ma di un'Idea. 
Avanti!

Alex Cioni
coordinatore alto vicentino
membro esecutivo provinciale
FdI-An Vicenza

Commenti