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Schio – Via Verdi, Fratelli d’Italia: Va bene la sperimentazione, ma serve una regia complessiva. La nostra proposta: via Manin come accesso regolato da sud

L a questione della viabilità in via Verdi, utilizzata da anni come scorciatoia verso il centro storico nonostante il divieto ai non residenti in vigore dal 2010, torna al centro del dibattito politico.  I dati raccolti dal Comune a maggio 2025 parlano chiaro: oltre 1.000 veicoli al giorno, con il 70% che supera i 30 km/h. La giunta Marigo ha annunciato che dal 1° settembre al 31 dicembre sarà sperimentata l’inversione del senso di marcia, con entrata da via Manin/via San Gaetano e uscita verso via della Pozza, per ridurre i flussi non autorizzati. Per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia si tratta di un passo che può essere utile ma insufficiente se viene non inserito in un piano organico. “Via Verdi va alleggerita e lo diciamo da anni - afferma il capogruppo Alex Cioni - ma questo va fatto all’interno di una visione più ampia e funzionale della viabilità di accesso al centro. Può andare la fase di sperimentazione, ma serve congiuntamente una reale alternativa per chi arriv...

L'antipolitica non è la cura. Prima di tutto bisogna individuare il nemico

IL TORO E L'ANTIPOLITICA
In Italia la crisi finanziaria scoppiata a Wall street nel 2008 si è trasformata in una crisi politica sistemica, dove ad essere messo sul banco degli imputati non è questo o quel partito, ma addirittura la politica in sé. 
Infatti si usa in termine “antipolitica” per definire il movimento di opinione sul quale viene abilmente canalizzato il malessere della gente. Operazione che dà già i primi risultati. Vedi Grillo. 
Si tratta di un’operazione ben orchestrata, nella cui rete cadono in buonafede milioni di persone. Portata a termine, potrebbe fare danni irreparabili.
Ma andiamo con ordine. I partiti, cedendo il passo a Monti, hanno dichiarato fallimento. Inoltre hanno fornito troppi esempi di disonestà e non sono stati capaci di fare pulizia al loro interno. Questi sono dati di fatto. Ma la crisi non è scoppiata per questo. E’ partita dall’America. I politici italiani possono essere incolpati di ogni nefandezza, ma non di esserne i responsabili. Questo va precisato perché nell’immaginario collettivo se oggi siamo più poveri,  paghiamo troppe tasse, aumenta la disoccupazione ed i giovani non trovano lavoro “è colpa dei politici”.


Non è così. La causa è strutturale, è nel sistema, viene da lontano. I governanti italiani hanno semmai delle responsabilità nell’averla sottovalutata, nel non essere stati in grado di reagire adeguatamente, ma non certo di averla provocata.
Questo va detto perché l’uomo qualunque (da cui il qualunquismo), immerso  nei suoi problemi quotidiani, ha la memoria corta.  E’ così facile manipolarne i giudizi fornendogli informazioni che lo portano a confondere la causa con l’effetto al punto da convincersi che è giusto chiamare i piromani a spegnere l’incendio.
L’antipolitica si sta diffondendo rapidamente. E’ una reazione irrazionale, per alcuni versi anche comprensibile. Ma è un abbaglio. Produce demagogia e qualunquismo, non la soluzione dei problemi. Solo la Politica, quella con la P maiuscola, può risolverli.
La gente, abbagliata dalla condotta di alcuni politicanti (non di tutti!) che giustamente bisogna spazzare via, non vede il vero problema che è la tirannia dell’alta finanza. Con tutto il rispetto, coloro che tifano per l’antipolitica si comportano come il toro alla corrida, che cerca di incornare il drappo rosso agitato dal torero davanti ai suoi occhi, inconsapevole che proprio attraverso questo trucco verrà ucciso.
Non sarà certo l’antipolitica a liberarci dalla schiavitù delle banche e del denaro. Non sarà Grillo a salvarci. In politica, come in guerra, la  prima cosa da fare è una sola: individuare chi è il nemico. Se si sbaglia in questa operazione fondamentale si fa la fine del povero toro.


Paolo Danieli
da www.lofficina.eu

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