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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Schio, 80 anni dopo: tre proposte per onorare le vittime dell’eccidio partigiano. "E' tempo di restituire la memoria di quel crimine alla città"

In vista dell’80° anniversario dell’eccidio delle carceri mandamentali di Schio, il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia – rappresentato da Alex Cioni e Gianmario Munari – ha protocollato in questi giorni una proposta rivolta al Sindaco, per promuovere un’iniziativa istituzionale all’altezza del valore storico e morale di questa ricorrenza. (clicca qui)

Tre i punti principali della proposta. Anzitutto, la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio comunale per lunedì 7 luglio 2025, interamente dedicata alla memoria delle vittime dell’eccidio. In quell’occasione, Cioni e Munari propongono di conferire la cittadinanza onoraria alla dottoressa Anna Vescovi, da anni figura di riferimento per il suo impegno autentico nella costruzione di una memoria pacificata e condivisa.

Nel medesimo contesto, viene suggerito di invitare come relatore Paolo Mieli, giornalista e storico di riconosciuta autorevolezza, per offrire alla cittadinanza una riflessione lucida, documentata e priva di steccati ideologici. Un’occasione per ridare centralità alla lettura storica dei fatti e dare significato a un percorso di maturazione civile che si completerà con un momento commemorativo ufficiale alle ex carceri mandamentali, con la deposizione di una corona da parte dell’Amministrazione. Un gesto sobrio, rispettoso e autenticamente inclusivo.

“Non diciamo che il Patto va messo nel cassetto, sosteniamo che dopo vent'anni è necessario andare oltre a quel Patto – dichiara Cioni in qualità di capogruppo di Fratelli d’Italia – aprendo ad un nuovo percorso che veda la città di Schio, e quindi il Comune, esercitare non solo il ruolo di mediatore, ma di principale interprete di questa vicenda. È tempo che la memoria delle vittime dell’eccidio venga restituita pienamente alla comunità. Non è questione che riguarda solo le famiglie coinvolte, né solo Schio: è una pagina nazionale. Abbiamo scelto un approccio propositivo, sobrio ma fermo. Ora ci attendiamo che l’Amministrazione risponda con coerenza e maturità”.

Mi permetto di ricordare – aggiunge Munari – che la necessità di andare oltre il Patto di Concordia Civica, è anche una conseguenza degli atteggiamenti dell’ANPI perché a metterlo nel cassetto per primi sono stati proprio loro che lo invocano come barriera difensiva. L’ANPI ha alimentato la contrapposizione con manifestazioni e piazzate, fino a organizzare convegni assieme a noti odiatori di professione come il sedicente storico della Resistenza Ugo De Grandis. Se si vuole davvero una memoria pacificata, si abbia il coraggio di uscire dagli automatismi ideologici e di costruire un nuovo linguaggio della memoria, che sia plurale, civile e rispettoso”.

Per i due esponenti di Fratelli d’Italia “l’80° anniversario dell’eccidio rappresenta un passaggio cruciale, un’opportunità da cogliere per compiere finalmente un passo avanti reale, nel segno della responsabilità istituzionale, dell’equilibrio e della piena storicizzazione dei fatti. La memoria ha bisogno di essere libera, aperta, inclusiva. E non può più restare prigioniera di schemi ideologici superati, che continuano a impedire una vera riconciliazione”.

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