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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Eccidio di Schio. Marigo parla di dialogo, ma impone confini alla memoria. Chi decide cosa si può ricordare?


Le parole del sindaco Cristina Marigo sul Patto di Concordia Civica rivelano una contraddizione profonda e inaccettabile.
Nel solco del doppiopesismo ipocrita già visto con il suo predecessore, da un lato parla di dialogo e auspica unità. Dall’altro, afferma che chi “non ha nulla a che fare con il significato profondo della giornata” dovrebbe restare a casa.
Ma chi decide quale sia questo “significato profondo”? Il sindaco? L’ANPI? Una parte politica? È questo il concetto di concordia che si vorrebbe rilanciare?
L’eccidio delle carceri di Schio del 6-7 luglio 1945 non è un dettaglio né una semplice ferita: è una strage. Un crimine a guerra finita, come tanti altri compiuti da partigiani comunisti ben oltre la conclusione del conflitto.
Finché ci sarà chi, come il sindaco Marigo, continua a usare formule neutre per edulcorare la realtà, senza mai assumersi il coraggio di nominare responsabilità storiche, ogni patto resterà carta vuota e retorica sterile.
È grave che la massima rappresentante istituzionale della città mantenga un atteggiamento passivo di fronte a chi pretende il monopolio della memoria, stabilendo chi ha diritto di ricordare e chi deve tacere.
Questo non è equilibrio, è ipocrisia. Non è memoria condivisa, è narrazione di parte.
Chi, come noi, chiede una vera pacificazione nel rispetto della memoria di tutte le vittime, non sarà certo messo a tacere da chi recita a pappagallo un copione ideologico, già logoro.
La concordia nasce dal coraggio e dalla verità, non dall’ipocrisia del politicamente corretto.
E chi oggi si rifugia nell’ambiguità istituzionale, legittimando i seminatori di odio, farebbe bene ad abbandonare certi toni da maestrina morale. Perché la storia, se la si vuole davvero condividere, non può più essere raccontata a senso unico.

Alex Cioni
Capogruppo a Palazzo Garbin 
Dirigente provinciale



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