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Fratelli d’Italia: occasione persa sul futuro dell’area ex Lanerossi per le ripicche puerili della maggioranza

  N el corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, Fratelli d’Italia ha sostenuto con convinzione la mozione del centro sinistra dedicata al futuro dell’area ex Lanerossi tra via Carducci e via XX Settembre, un comparto strategico nel cuore del centro storico di Schio, da anni in stato di abandono e degrado. "Abbiamo ritenuto che la mozione fosse corretta nel suo impianto iniziale – ha spiegato Alex Cioni, capogruppo a Palazzo Garbin – perché mirava a definire, al di là di quanto prevede il TUEL in termini di competenze della Giunta su questa materia, le regole di ingaggio iniziali, cioè le condizioni politiche e operative da cui partire per affrontare un progetto di rigenerazione urbana di portata storica, non solo per la città di Schio ma per tutto l’Alto Vicentino". Fratelli d’Italia ha presentato e fatto approvare dai proponenti della mozione un emendamento che chiedeva di prevedere un confronto costante con le associazioni di categoria, i commercianti e le imprese...

Eccidio di Schio. Marigo parla di dialogo, ma impone confini alla memoria. Chi decide cosa si può ricordare?


Le parole del sindaco Cristina Marigo sul Patto di Concordia Civica rivelano una contraddizione profonda e inaccettabile.
Nel solco del doppiopesismo ipocrita già visto con il suo predecessore, da un lato parla di dialogo e auspica unità. Dall’altro, afferma che chi “non ha nulla a che fare con il significato profondo della giornata” dovrebbe restare a casa.
Ma chi decide quale sia questo “significato profondo”? Il sindaco? L’ANPI? Una parte politica? È questo il concetto di concordia che si vorrebbe rilanciare?
L’eccidio delle carceri di Schio del 6-7 luglio 1945 non è un dettaglio né una semplice ferita: è una strage. Un crimine a guerra finita, come tanti altri compiuti da partigiani comunisti ben oltre la conclusione del conflitto.
Finché ci sarà chi, come il sindaco Marigo, continua a usare formule neutre per edulcorare la realtà, senza mai assumersi il coraggio di nominare responsabilità storiche, ogni patto resterà carta vuota e retorica sterile.
È grave che la massima rappresentante istituzionale della città mantenga un atteggiamento passivo di fronte a chi pretende il monopolio della memoria, stabilendo chi ha diritto di ricordare e chi deve tacere.
Questo non è equilibrio, è ipocrisia. Non è memoria condivisa, è narrazione di parte.
Chi, come noi, chiede una vera pacificazione nel rispetto della memoria di tutte le vittime, non sarà certo messo a tacere da chi recita a pappagallo un copione ideologico, già logoro.
La concordia nasce dal coraggio e dalla verità, non dall’ipocrisia del politicamente corretto.
E chi oggi si rifugia nell’ambiguità istituzionale, legittimando i seminatori di odio, farebbe bene ad abbandonare certi toni da maestrina morale. Perché la storia, se la si vuole davvero condividere, non può più essere raccontata a senso unico.

Alex Cioni
Capogruppo a Palazzo Garbin 
Dirigente provinciale



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