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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

SCHIO, ALEX CIONI, CAPOGRUPPO DI FRATELLI D'ITALIA: SUL TERMOVALORIZZATORE IL SINDACO E LA SUA MAGGIORANZA CIVICA IN SALSA 5 STELLE LA BUTTANO IN RISSA AIZZANDO LA PIAZZA. QUESTO MODO DI AMMINISTRARE E' POCO SERIO E INDICE DI DEBOLEZZA, LA SALUTE E IL BENESSERE AMBIENTALE SONO LA PRIORITÀ DI TUTTI GLI AMMINISTRATORI


In relazione alla discussione sul futuro dell’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti di Cà Capretta e alla querelle rilanciata dal Comune di Schio, interviene il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale Alex Cioni.

“Va detto a chiare lettere che l’obiettivo dei civici in salsa 5 Stelle capitanati da Cristina Marigo non è il depotenziamento, bensì la chiusura dell’impianto di Cà Capretta senza però assumersi la responsabilità di dirlo apertamente in particolare a quella parte del mondo produttivo ed economico dal quale hanno ottenuto sostegno alle elezioni. Al netto della raccolta differenziata che, dove possibile, va implementata e migliorata, l’alternativa all'incenerimento dei rifiuti rimangono le discariche e, per noi scledensi, il serio pericolo di mandare al macero milioni di investimento messi a terra per infrastrutturare la rete del teleriscaldamento in zona industriale. 
Non si tratta di decidere se tenere in vita o meno la linea 2 dell'impianto, dal momento che a breve andrà comunque chiusa essendo arrivata al termine del suo ciclo operativo. 
La questione centrale di tutta la vicenda è di esaminare con senso di responsabilità se oggi sussistono le condizioni per programmare un depotenziamento strutturale del termovalorizzatore di Schio senza provocare scompensi alla gestione generale dei rifiuti da smaltire che continueranno ad esserci nonostante la raccolta differenziata. 

Invece di fare dell'allarmismo indecente e irresponsabile, Marigo e compagni dovrebbero spiegare agli scledensi come si può conciliare il Piano d'azione per l'energia sostenibile e il clima (Paesc) che loro stessi hanno redatto e portato in consiglio comunale lo scorso gennaio, con la narrazione comunicativa dai tratti terroristici sul termovalorizzatore. Nel documento approvato all’unanimità vengono evidenziati i benefici ambientali dell’impianto certificando il miglioramento complessivo della qualità dell’aria della nostra zona proprio in conseguenza della presenza dell’impianto di Cà Capretta. Non è tutto. Nel medesimo documento hanno scritto che i benefici ambientali sono da considerarsi tali se il quantitativo di conferimento di rifiuti al termovalorizzatore sarà invariato negli anni. È evidente che le due cose assieme non possono starci. 
La vicesindaca Corzato risponda a queste osservazioni e chieda scusa invece di pontificare sui social accusando impropriamente i sindaci e coloro che la pensano diversamente di essere in qualche modo a libro paga dei Partiti fregandosene del benessere ambientale e della salute dei cittadini. Sono invece d’accordo su un punto: bisogna tenere sempre un approccio trasparente e aperto al confronto a 360 gradi; questo è l'unico modo per mettere i cittadini al riparo da chi diffonde informazioni sfalsate per dare vigore ad una narrazione pseudo ambientalista dai toni estremisti e tutt'altro che dai contenuti scientifici”.

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