L'ANPI PROMUOVE UN CONVEGNO NEGAZIONISTA SULLE FOIBE. SONO GLI STESSI SOGGETTI CHE A SCHIO HANNO SABOTATO IL PERCORSO DI RICONCILIAZIONE SUI FATTI DELL'ECCIDIO


Venerdì sera a Montecchio Maggiore l’Anpi promuove una serata con tal Eric Gobetti divenuto noto per il libro "E allora le foibe?”. Eric Gobetti qualche anno fa si fece fotografare con il pugno chiuso con a fianco un ritratto di Marx, con il fazzoletto rosso al collo e alle spalle la bandiera dei partigiani titini, gli stessi che trucidarono migliaia di italiani con la complicità in taluni casi dei partigiani comunisti italiani.
Difficile perciò ipotizzare che un profilo del genere possa compiere un’analisi oggettiva sulla drammatica vicenda delleFoibe. Comunque sia la libertà di parola e di espressione sono due elementi cardine ma lo dovrebbe essere anche il rispetto per i morti e l’etica dovrebbe essere un elemento alla base dell’operato di ogni divulgatore o ricercatore storico. Personalmente ritengo una vergogna che nel 2021 ci sia ancora qualcuno disposto a promuovere ricerche storiche o presunte tali con l’intento di sminuire la tragedia degli italiani di Istria Fiume e Dalmazia riconosciuta come tale dagli italiani a partire dai Presidenti della Repubblica che hanno detto parole definitive sull’argomento.
Fatta questa premessa arrivo al punto. L’Anpi con il suo presidente provinciale promuove una serata sulle Foibe dall’evidente sapore giustificazionista se non proprio negazionista. Del resto sono i medesimi soggetti che a Schio per la vicenda dell’eccidio partigiano hanno posto veti in quella iniziativa che fino al 2020 si era concretizzata con una commemorazione unitaria e istituzionale svolta in chiesa nel nome della Concordia. 
 
 
Il risultato di questi veti l'abbiamo visto tutti quest'anno, ovvero il fallimento del cosiddetto Patto di Concordia civica palesando alla città chi sono coloro che lavorano per la pace e chi, inversamente, preferisce insistere nell’alimentare un clima da guerra civile che per la maggioranza degli scledensi risulta incomprensibile.
A questo punto vengo a sapere che l’Anpi dovrebbe partecipare con i famigliari delle vittime dell’eccidio ad una serie di incontri nelle scuole in modo da coinvolgere i giovani sulle vicende che hanno reso tristemente famosa la nostra città.
A questo punto una domanda sorge spontanea: se lo scopo che si prefiggono i famigliari è di veicolare un messaggio di concordia e pace, siamo sicuri che lo stesso valga per l’Anpi e il suo presidente che a Schio pone veti e a Montecchio Maggiore organizza un convegno offensivo nei confronti del dramma delle vittime della violenza slavo comunista?
Un consiglio ai famigliari. Pensateci bene prima di imbarcarvi in questo percorso con chi non fa mistero nel ritenere che tutto sommato furono "massa pochi" gli assassinati dai partigiani, e che non più tardi di qualche mese fa hanno espresso la propria contrarietà alla proposta formulata dal sottoscritto di assegnare la cittadinanza onoraria di Schio alla dottoressa Anna Vescovi per il suo impegno, riconosciuto universalmente, nel nome della riconcilliazione e della pace tra le parti.
 
Alex Cioni
Consigliere comunale di Schio 

Commenti