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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

OGGI SI COMMEMORA IL 40° ANNIVERSARIO DELL'ASSASINIO DI JUAN IGNACIO. I PATRIOTI EUROPEI CHIEDONO GIUSTIZIA!


La notte del 12 dicembre 1980, veniva assassinato un giovane leader politico di Madrid.
Il 28enne Juan Ignacio González Ramírez venne raggiunto da tre colpi d'arma da fuoco, esplosi con tecnica da professionisti: il primo colpo al petto, i successivi due alla testa.
Tutti i telegiornali dell'epoca intitolarono la notizia: "Leader di estrema destra assassinato a Madrid".
Da lì sono susseguiti i tentativi per confondere l'opinione pubblica.
Nei telegiornali s'insinuò che il crimine poteva essere "uno scontro tra fazioni fasciste", un "regolamento dei conti"; la Polizia li assecondò: "nessuna ipotesi è esclusa".
Il GRAPO (Grupo Revolucionario Antifascista Primero October), organizzazione terroristica marxista molto attiva in quegli anni, asserì in un comunicato la sua estraenità al delitto.
40 anni dopo, l'omicidio rimane irrisolto.
Forse non sono state poste le domande giuste per individuare gli autori.
In primo luogo: Juan Ignacio non è stato ucciso perché era giovane o perché era di Madrid. Perché era alto o basso, biondo o scuro, ricco o povero, grasso o magro ... Juan Ignacio González Ramírez è stato assassinato per essere un falangista e leader di un'organizzazione giovanile, diciamo bellicoso e irascibile.
La domanda giusta non è tanto chi l'ha ucciso, quanto perché è stato ucciso.
Questa domanda è fondamentale: se sappiamo dove è stato tramato l'omicidio, ergo la paternità intellettuale, ne troveremo anche gli autori materiali.
Il "perché" avrebbe dovuto essere il fulcro delle indagini. Se fosse stata una "questione tra fascisti" la Polizia l'avrebbe risolta in 24 ore.
Non ci vuole molto per immaginare i titoli ...
Non fu neppure l'estrema sinistra. Chi poteva essere così interessato allora alla scomparsa fisica del giovane leader?
E dico bene: scomparsa fisica. Perché non bastava "toglierlo di mezzo" con un'accusa più o meno inventata e una condanna al carcere. No, dovevano "toglierlo di mezzo".
Perchè mai?
Poche settimane dopo l'assassinio, i baffi più famosi di Spagna, alla testa diun distaccamento della Guardia Civil, avrebbe preso d'assalto il Congresso nel bel mezzo della sessione di investitura, prendendo in ostaggio i deputati e annunciando l'imminente presenza di una "autorità militare".
In attesa e in preparazione di questo golpe, destinato a non riuscire per l'intervento del re, c'era una trama sofisticata che tendeva a salvaguardare le istituzioni del cambiamento. Dal 1977, esistevano degli apparati civili che facevano tutti i lavori sporchi a quello scopo. Tutti.

Associazione in Memoria di Juan Ignacio
Juan Antonio Lopez Larrea

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