SCHIO, VERIFICA IMU SUGLI EX STABILIMENTI DELLA LANEROSSI-MARZOTTO/VIDEO


GLI STABILIMENTI IN ZI SONO STATI DICHIARATI INAGIBILI DALLA PROPRIETA MA SONO UTILIZZATI COME AUTORIMESSA. CIONI, ASSIEME AL GRUPPO DELLA LEGA, PRESENTANO IN CONSIGLIO UNA MOZIONE PER FARE LUCE SULL'INTERA VICENDA


Il neo consigliere eletto nelle file della coalizione leghista alle scorse elezioni amministrative di maggio, come primo atto del suo mandato amministrativo ha presentato una interrogazione al Sindaco di Schio con la quale ha chiesto una verifica sull’aliquota IMU pagata dalla proprietà degli immobili della ex Lanerossi Marzotto. La risposta giunta nei giorni scorsi dall’ufficio competente ha chiarito che sono due le società proprietarie degli immobili dismessi ubicati nel territorio comunale scledense: Aree Urbane Srl, società in liquidazione che ha in dote gli ex opifici dell’area attorno alla Fabbrica Alta, e Immobili e Partecipazioni Srl proprietaria dei capannoni in zona industriale. Entrambe le società pagano un’imposta base del 0,93% ma avendo presentato un atto notorio di inagibilità degli immobili, godono della riduzione dell’imposta del 50%.
Mentre, però, quest’ultima ha pagato regolarmente la propria quota IMU che è pari ad euro 72.906,00, di cui euro 59.377,00 a favore dello Stato, la proprietà degli immobili siti nelle vicinanze del centro storico non ha versato l’IMU dal 2011 al 2017 avendo accumulato un debito di euro 1.577.262,00 attualmente in carico all’Agenzia delle Entrate per la riscossione coattiva. Aree Urbane Srl avrebbe dovuto pagare annualmente 215.658,25 di IMU e 7.100,21 di TASI. 
Oltre al debito su cui il consigliere ha promesso che ritornerà a breve per approfondire una controversia che “merita degli accertamenti precisi al fine di capire la ragione per la quale in questi anni non è stato recuperato nemmeno un euro”, Cioni ha indirizzato la lente d’ingrandimento sugli ex opifici in Viale dell’Industria.
Nei mesi scorsi siamo venuti a conoscenza che una parte di quei capannoni sono utilizzati come deposito per qualche centinaia di auto nuove”. Grazie a questa informazione, supportata da prove fotografiche, Cioni ha voluto fare luce sulla vicenda, motivato proprio dall’applicazione dello sconto sull’IMU in quanto “è agli atti una sorta di autocertificazione con la quale la proprietà ha dichiarato l’inagibilità degli edifici”.

"Ma se gli edifici sono inagibili - si chiede retoricamente Cioni - e considerato che per godere della riduzione dell'imposta i capannoni devono essere inutilizzati, come mai sono parzialmente utilizzati come autorimessa per delle automobili?" E ancora: "come mai la dichiarazione di inagibilità è stata accettata come oro colato dagli uffici comunali scledensi senza fare alcuna verifica? Eppure – sottolinea ancora il consigliere - da quelle parti non è un segreto quanto accade, visto che solo negli ultimi giorni sono stati avvistate numerose bisarche cariche di autoveicoli proprio all’interno della proprietà di Immobili e Partecipazioni”.
Non è tutto. Un altro aspetto tutt'altro che secondario riguarda il rispetto delle normative di sicurezza: "Se i capannoni sono inagibili fino a che punto sono garantiti gli standard minimi di sicurezza e tutte le normative antincendio come il CPI?". Insomma, secondo il capogruppo di SchioCittà Capoluogo – PrimaSchio, ci sono sufficienti elementi che richiedono degli immediati accertamenti da parte del Comune di Schio. 
Per dare il via a questi accertamenti, Cioni ha preparato una mozione appoggiata anche dai due consiglieri comunali della Lega Ilenia Tisato e Lugi Santi, il cui dispositivo impegna, tra le altre cose, il Sindaco e la Giunta comunale di "accertare il grado di conservazione dei manufatti e, dopo una opportuna verifica sulla conformità degli atti presentati presso i competenti Uffici Comunali in relazione all’inagibilità, di esaminare che non ci siano state inadempienze da parte degli Uffici comunali competenti". 

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