S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris . A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...
A Schio spesi 30 milioni di euro all'anno nel circuito del gioco d'azzardo/VIDEO
SCHIO, CONSIGLIO COMUNALE: IL SINDACO ORSI RISPONDE A CIONI SULLE SALE SLOT CHE PROPONE DI ATTIVARE UNA TASK FORCE CON TUTTE LE FORZE DI POLIZIA. "IN UN ANNO SPESI 30 MILIONI DI EURO AL GIOCO"
Durante
il consiglio
comunale di ieri sera, il Sindaco Valter Orsi ha risposto all’interrogazione di Alex Cioni, capogruppo di SchioCittà Capoluogo – PrimaSchio, presentata per fare il punto della
situazione dopo il varo dell’ordinanza sindacale che prevede alcune limitazioni alle sale
gioco slot e ai locali pubblici in possesso di apparecchi di intrattenimento
con vincite in denaro. Il sindaco ha ribadito l’impegno del Comune per
contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo e con esso il diffondersi della
ludopatia che, come ha spiegato il consigliere di minoranza, “è una piaga sociale che va a colpire le fasce più deboli della
comunità”.
il testo della mozione
Il sindaco ha comunicato che dall’entrata in vigore dell’ordinanza nel marzo
del 2015, sono stati staccati 400 verbali di contravvenzione, mentre sono state
una cinquantina le ordinanze di sospensione dell’attività da uno a sette
giorni. Eppure i proprietari di queste attività preferiscono pagare la multa
piuttosto che rispettare i limiti imposti dall’ordinanza. E le ragioni sono di
facile comprensione, visto il giro di denaro che circola in questi posti
malsani.
Se da un lato il consigliere Cioni non mette in discussione l’impegno dell’amministrazione
comunale scledense, dall’altro lato ritiene che“sia necessario fare di più per evitare che le sanzioni rimangano dei
provvedimenti senza effetti utili a scoraggiare veramente la sistematica e
ricercata violazione dell’ordinanza”.
Operazione certamente complicata se poi si considera che è lo Stato ad
essere il banco che va ad incassare i maggiori introiti dal gioco d’azzardo. “E’ una guerra impari perché è lo Stato l’incassatore
primario di questo affare, quindi non è una guerra facile da vincere” –
spiega ancora Cioni – che consiglia di mettere in campo una task force chiamando
in causa tutte le forze di polizia “che
devono lavorare facendo squadra e in sinergia nell’interesse della città”.
Secondo Cioni “la
task force
sarebbe una risposta funzionale per attivare delle operazioni di
controllo a
tappeto che in maniera sistematica e periodica vadano a colpire i
furbetti,
mentre attualmente succede che si stacchi un verbale alle 15 di
pomeriggio quando nello stesso giorno la medesima attività rimane
operativa h 24. Il che a mio parere è un evidente atto di sfida che va
raccolto e a
cui bisogna controbattere con determinazione”.
il dispositivo della mozione
Se l’aspetto sanzionatorio é fondamentale, per il
consigliere di minoranza occorre altresì attivare “un’attenta opera di prevenzione con adeguate campagne informative
presso tutti i ceti della popolazione per disincentivare l’uso delle slot e di
tutte le forme di azzardo”. Una campagna che Cioni
considera essenziale dopo che “siamo
venuti a sapere che all’interno delle sale da gioco hanno iniziato a
posizionare dei totem bancomat permettendo ai giocatori di prelevare i soldi
senza nemmeno fare lo sforzo di uscire dal locale per andare al primo bancomat
disponibile”. Un vero e proprio paradosso tutelato, pare, dalle normative
in vigore.