Crisi di Governo. Siamo davvero nella terza Repubblica?/VIDEO


PER LUIGI DI MAIO SIAMO ENTRATI NELLA TERZA REPUBBLICA, QUANDO INVECE SIAMO PIOMBATI NEI RITUALI CLASSICI DELLA PRIMA          di Alex CIONI 

Iniziato il vecchio rito delle consultazioni dal Presidente della Repubblica, a distanza di oltre un mese dal voto, ci troviamo senza un Governo nel pieno delle sue funzioni ma sopratutto senza uno straccio di idea su come uscire dallo stallo nel quale si trova l'Italia. 
Altro che terza Repubblica come dice Gigi Di Maio. Siamo aggrovigliati nelle dinamiche della prima senza avere i partiti e gli uomini che c'erano all'epoca del pentapartito e dell'arco costituzionale.
A distanza di 25 anni, il sistema istituzionale è tale e quale di quando c'erano Craxi, Spadolini e Andreotti nonostante tutti ma proprio tutti, volessero cambiarlo per riformarlo verso un assetto più (semi)presidenzialista. 
Gli italiani poi c'hanno messo il loro bocciando le riforme volute prima dal centro destra e poi dal Pd renziano. Per di più se le forze politiche troveranno una convergenza, il governo sarà formato tra fazioni che fino a ieri si prendevano a coltellate. 
Se questa è la terza Repubblica, ridateci per carità di dio Andreotti, Craxi e Spadolini, almeno loro erano preparati a scenari di questo tipo essendoci convissuti per quarant'anni.
Oggi invece ci troviamo in un cul de sac con i leader dei partiti imprigionati alle logiche della partitocrazia e del parlamentarismo, incapaci perciò di entrare nelle questioni vive che interessano la vita degli italiani sulle quali costruire un Governo che provi a dare quelle risposte che gli italiani si aspettano (almeno) su alcuni fronti come l'economia, il lavoro, la sicurezza e l'immigrazione. 
Piaccia o meno (a me non piace) i governi si formano ancora in parlamento, per cui sono i parlamentari ad avere la responsabilità e l'onere di trovare quei minimi punti denominatori su cui costruire un Esecutivo. Le chiacchiere stanno a zero.

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