Contributo pubblico prima casa. A Schio stranieri in cima alla classifica


PER IL COMITATO PRIMANOI, GLI ITALIANI SONO SFAVORITI PER L'ASSENZA DI CONTROLLI REALI SULLE AUTOCERTIFICAZIONI PRESENTATE DAGLI STRANIERI

Anche quest'anno, dal 20 febbraio al 20 marzo, gli scledensi residenti in città da almeno 5 anni, hanno potuto presentare domanda agli uffici comunali per la concessione di contributi a fondo perduto sui mutui ipotecari contratti con Istituti di Credito convenzionati con il Comune di Schio per l'acquisto di immobili da destinare a prima abitazione. Si tratta di un mutuo, compreso tra € 50.000,00 e € 120.000,00, garantito da ipoteca sull'immobile che deve essere stipulato con banca convenzionata non oltre 6 mesi dalla data della domanda o da stipulare entro 3 mesi dalla data di ammissione al contributo.
Fino a qua tutto bene e nella norma, ma non per tutti. Infatti, come scrive il Giornale di Vicenza, ad accedere a questo tipo di contributi, sono in maggioranza i cittadini stranieri, seppur comunitari, il che ha spinto il comitato PrimaNoi ad approfondire la questione per comprendere la ragione di questa classifica che in apparenza "sembra essere una discriminazione verso gli italiani".
"Riteniamo utile che l'amministrazione comunale preveda delle modifiche al regolamento per verificare correttamente i requisiti dei cittadini stranieri che chiedono di accedere a questo tipo di aiuti, al fine di porre veramente tutti sullo stesso piano" -spiega il portavoce Alex Cioni.
Per il comitato non servono grandi modifiche, "sarebbe sufficiente -sottolinea Cioni- applicare la legge vigente fino in fondo, chiedendo agli stranieri di dichiarare, con tanto di certificato autenticato emesso dall’ambasciata o dal consolato, se dispongono di proprietà nel Paese di origine. Equiparandoli così alle richieste fatte agli italiani".
Una richiesta che al momento sembra non venga sottoposta ai cittadini stranieri residenti a Schio e che per il comitato sarebbe pienamente legittima in quanto si riferisce al Dpr 445/2000 che prevede la possibilità da parte della pubblica amministrazione di richiedere ai cittadini comunitari ed extracomunitari, idonee certificazioni che attestano l'assenza di titolarità di diritti di proprietà o altri diritti reali all'estero, mediante una procedura che si avvale dell'ausilio dell'ambasciata o del consolato dello Stato di provenienza del cittadino non italiano. 
"L'attuale amministrazione ci tiene molto a dire che le regole sono uguali per tutti -spiega ancora Cioni-, in questo modo, italiani e stranieri lo sarebbero veramente, mentre oggi ad essere penalizzati sono i cittadini scledensi". 
In effetti, nei confronti dei cittadini italiani, i Comuni fanno presto a verificare l'esattezza di quanto dichiarato, essendo in collegamento diretto con l'Agenzia delle Entrate e con il catasto, mentre per gli stranieri a parlare è solamente l'autocertificazione prodotta all'atto della domanda.
"Fermo restando che il principio prima gli italiani negli aiuti che i servizi sociali possono offrire è sacrosanto, sia che riguardino l'accesso al sistema degli alloggi di edilizia popolare, finanche ai contributi per il pagamento dell'affitto e all'acquisto della prima casa, la proposta che poniamo all'attenzione dell'amministrazione è di buonsenso e pienamente in linea con le normative vigenti non essendoci alcun retaggio discriminatorio ma propedeutica a mettere veramente sullo stesso piano tutti i cittadini. Italiani e stranieri, comunitari ed extracomunitari. Per questo motivo, siamo sicuri che l'attuale amministrazione saprà far tesoro di questa modesta ma sostanziale proposta" - ha concluso il portavoce di PrimaNoi.

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