SCHIO, BUONI SPESA EMERGENZA COVID. ANCHE PER PER L'ULTIMA TRANCHE DISTRIBUITI DAL COMUNE, LA GRAN PARTE DEI BUONI E' STATA RICHIESTA DA CITTADINI STRANIERI. IL CONSIGLIERE DEL CENTRO DESTRA ALEX CIONI ESAMINA I DATI DELLE ASSEGNAZIONI DOPO LA RISPOSTA AD UNA SUA INTERROGAZIONE


Si è conclusa anche la terza tranche di raccolta delle domande per beneficiare dei buoni spesa per l'acquisto di generi alimentari e di prima necessità per persone e famiglie residenti a Schio che si sono trovati in condizioni di difficoltà economica a causa delle conseguenze del Covid-19.
Dall'inizio dell'emergenza sanitaria, sono stati assegnati complessivamente oltre 415 mila euro al Comune di Schio da parte del Governo.
Come per le altre due erogazioni, anche per quest'ultima tranche, su duecentottanta (280) domande accolte per un totale di circa 88mila euro, quasi duecento (200) sono stati i cittadini extracomunitari o di origine straniera ad ottenere il contributo.
<< Se i buoni spesa sono stati pensati per aiutare chi ha avuto problemi lavorativi a causa delle restrizioni e per le chiusure imposte in particolare alle attività commerciali, la ristorazione, le palestre, etc., come mai la maggior parte delle richieste continua ad arrivare da cittadini extracomunitari e non da chi ha subito più pesantemente le conseguenze delle restrizioni? >> - è la retorica domanda che il capogruppo di SchioCittà Capoluogo Alex Cioni pone all'indirizzo dell'Amministrazione comunale.
L'esponente del centro destra ritiene che << la politica e chi ha l'onore e l'onere di amministrare la città, non possa limitarsi a distribuire dei soldi, seppur sotto forma di buoni spesa, senza analizzare dei dati che parlano chiaro e che mostrano un lato oscuro che il Covid ha contribuito a far emergere. Ovvero che in città esistono centinaia di stranieri che vivono in condizioni al di sotto della soglia di povertà o che dichiarano il falso mentendo sulle loro reali condizioni economiche >>.
Secondo il consigliere comunale, il dato oggettivo incontestabile << è che il grosso degli aiuti sociali pagati dai contribuenti italiani finisce poi nelle tasche degli ultimi arrivati, togliendo risorse preziose ai cittadini italiani. Questo genere di politica sociale, invece di diminuire le discriminazioni - continua Cioni - alimena un vortice di ingiustizia sociale nei confronti degli italiani >>.
L'ordinanza n. 658 del 29 marzo 2020 della Presidenza del Consiglio e della Protezione Civile attribuisce ai Servizi Sociali di ciascun Comune l'individuazione della platea dei beneficiari e il relativo contributo tra i nuclei familiari. 
Alla luce di questa indicazione, per il consigliere Cioni si sarebbe potuto, almeno per quest'ultima tranche e per quella in corso con altri 61 mila euro circa da distribuire, << restringere la platea >> imponendo i medesimi requisiti previsti per accedere al Reddito di cittadinanza che è << già abbondantemente aperturista verso gli stranieri >> ma prevede che il cittadino extra Ue debba essere in possesso di un permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo e residenti in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

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