Pestato a sangue da un gruppo di stranieri "ma non vuole sfoghi razzisti"


IL COMITATO PRIMANOI ESPRIME SOLIDARIETA’ AD ALBERTO: SIAMO VICINI AL GIOVANE E ALLA SUA FAMIGLIA NEL RISPETTO DELLE SUE SCELTE.
IL RAZZISMO PERO’ NON DIVENTI UN ALIBI IDEOLOGICO PER NASCONDERE I RISCHI DERIVANTI DAL MULTICULTURALISMO 

La vile aggressione perpetrata da una nota gang di stranieri dell'alto vicentino all’esterno di un locale pubblico del maranese, alla quale la vittima ha risposto diffondendo una sua fotografia sorridente che mostra i segni tangibili della violenza subita, sui social ha generato una serie di reazioni contrastanti: alcune di solidarietà, altre su posizioni più critiche. Quanto è successo ad Alberto è una brutta storia, non molto diversa dalla vicenda dei due adolescenti aggrediti vigliaccamente a metà settembre in Piazza Statuto a Schio da una gang di delinquenti nordafricani.
“In primo luogo non possiamo esimerci dall’esprimere solidarietà e vicinanza ad Alberto e alla sua famiglia per l’infame violenza a cui è stato sottoposto" -esordisce così il portavoce del comitato di cittadini PrimaNoi Alex Cioni che da anni affronta il tema dell’immigrazione. La decisione di affrontare quanto gli è accaduto diffondendo la sua foto con un messaggio che invita tutti a non alimentare l'odio e il razzismo "è solo sua e come tale va rispettata” - chiarisce Cioni ma aggiunge: “Non ci permettiamo di mettere in discussione l’intento nobile e in buona fede del giovane che si è preoccupato di non alimentare reazioni sbagliate, ma nel contempo non possiamo nasconderci che esiste un problema serio con alcune realtà di stranieri di prima e seconda generazione e che come tale deve essere denunciato e analizzato”.
Secondo Cioni, “al netto dei chiacchieroni da tastiera e dei razzisti più o meno consapevoli, sottovalutare o celare dietro un velo di ipocrisia l’esistenza di criticità profonde nel percorso di convivenza tra culture troppo diverse tra loro, non contribuisce ad individuare e a capire il fenomeno fin dentro alle sue pieghe culturali prima ancora che sociali. La conseguenza è di trovarsi impreparati ed esposti ad uno stato di allerta costante senza avere gli strumenti adatti per arginare un problema che è ancora in una fase preliminare ma che a breve rischia di esplodere trasformandosi in un conflitto perpetuo. Il razzismo – spiega ancora il portavoce di PrimaNoi - non può essere sbandierato in ogni occasione, altrimenti rischia di divenire un alibi ideologico comodo per evitare di affrontare nella giusta dimensione una deriva multiculturale che ha fallito completamente e che è all’origine della nascita di queste gang giovanili che in alcuni casi sono delle vere e proprie associazioni a delinquere”.

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