IL COMUNE DI SCHIO ADERISCE ALLA RETE RE.A.DY CONTRO L'OMOFOBIA E LE DISCRIMINAZIONI SESSUALI

IN CITTA' NON TUTTI SONO D'ACCORDO. ALEX CIONI (SCC): COSI’ SI SPOSA UN’IMPOSTAZIONE IDEOLOGICA, NON SI CONTRASTANO LE DISCRIMINAZIONI

Nei giorni scorsi l'Amministrazione comunale ha aderito ufficialmente alla rete Re.a.dy dopo l’approvazione di una mozione del Partito Democratico che si prefiggeva di inserire il Comune di Schio in questa rete istituzionale propedeutica al contrasto alle discriminazioni di orientamento sessuale e di genere, autorizzando conseguentemente un finanziamento a beneficio dell’associazione MaiMa.
Mentre ci sono enti istituzionali che recentemente hanno abbandonato questa rete propedeutica a collegare Comuni, Provincie e Regioni, sostenendo che “le istituzioni scolastiche e le famiglie hanno strumenti sufficienti per insegnare e trasmettere i valori del rispetto e della diversità”, Schio entra a farne parte in maniera organica e attiva.
In città, però, non tutti hanno accolto favorevolmente questa iniziativa, in primis il gruppo civico SchioCittà Capoluogo che nel merito della questione ha sferrato delle critiche chiare all’Amministrazione comunale “piegatasi al reiterato tentativo della sinistra di egemonizzare ogni settore e ambito culturale della vita pubblica”.
“Giusto e sacrosanto contrastare le discriminazioni di natura sessuale anche se a nostro pare non era assolutamente necessario aderire ad un progetto che usa specularmente l’argomento della lotta alle discriminazioni per veicolare una visione dottrinale discutibile a sostegno della cosiddetta teoria Gender” – ha spiegato il referente del gruppo Alex Cioni.
In sostanza, per il gruppo civico un conto è combattere l’omofobia, altra cosa è "favorire la diffusione di programmi educativi, anche all'interno dei programmi scolastici, che si ispirano alle cosiddette teorie gender, quando è evidente la natura ideologica di un progetto culturale che non ha niente a che vedere con la vera lotta all’omofobia”.

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