Recoaro apre allo Sprar. In arrivo i primi 20 falsi profughi



PER IL COMITATO PRIMANOI L'ADESIONE ALLA RETE SPRAR E' UN COMPROMESSO AL RIBASSO, COMPRENSIBILE SOLO PER L'OPERAZIONE IN ATTO PER IL RILANCIO DELLE TERME

"Quello che temevamo sta puntualmente accadendo. Tante iniziative di protesta per poi aprire all'accoglienza diffusa che nella sostanza va a sancire un matrimonio forzato tra Comune e Prefettura" -commentano così i rappresentanti del comitato spontaneo di cittadini PrimaNoi le parole del sindaco di Recoaro terme che nei giorni scorsi ha ufficializzato l'adesione del suo Comune alla rete Sprar, chiedendo ai suoi concittadini di offrire la disponibilità per accogliere in appartamenti una ventina di richiedenti asilo.
Per il comitato PrimaNoi è un compromesso che risulta comprensibile visto che i recoaresi stanno provando a rilanciare attraverso un azionariato diffuso il compendio termale di proprietà della Regione Veneto: "Molti recoaresi ci credono e giustamente stanno mettendo in campo tutte le loro risorse per un progetto che si pone l'obiettivo di rilanciare l'antica vocazione turistica del paese, operazione che mal si concilierebbe con un centro di accoglienza per 50 falsi profughi in pieno centro storico. Ciò che riteniamo grave e irricevibile è che la Prefettura lasci ai recoaresi la scelta di decidere con quale corda impiccarsi, perché aderire alla rete Sprar e all'accoglienza diffusa non è la soluzione ma una pia illusione che non fa altro che spostare il problema nel tempo" -spiegano dal comitato.
Per il comitato che si è costituito in varie realtà del vicentino e che a breve avrà un nucleo anche in valle dell'Agno, esiste un'assenza politica in tutta questa diatriba: 
"Il compendio termale è della Regione Veneto, riteniamo quindi che da Venezia qualcosa di più avrebbero potuto fare, invece ad oggi non ci risulta che una sola voce si sia alzata per provare a difendere le istanze dei recoaresi, costretti, obtorto collo, a negoziare da soli un patto al ribasso con i funzionari governativi, mentre realtà come Abano terme, in presidio permanente da 8 mesi, ha visto svariate volte la presenza di autorevoli rappresentanti politici regionali che si sono stretti agli aponensi in una battaglia campale per impedire che nella loro città arrivi anche un solo sedicente profugo" -hanno concluso gli esponenti di PrimaNoi.

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