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Schio, Cioni (FdI) attacca: “Recesso da AVA? Ipotesi irresponsabile. Il servizio pubblico non è un pallone da portarsi via quando si perde la partita”

  S i accende il confronto politico attorno all’ipotesi -circolata negli ultimi giorni - di un possibile recesso del Comune di Schio da AVA , la società pubblica che gestisce impianti e servizi ambientali dell’ Alto Vicentino . A intervenire è il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Garbin , Alex Cioni , che definisce l’eventualità “politicamente grave e senza precedenti”. Secondo Cioni, la questione nasce dopo la netta sconfitta del Comune di Schio nell’assemblea dei soci, che a larga maggioranza ha approvato la fusione tra AVA e Soraris .    A fronte di quella decisione, “pensare di reagire come quel bambino che, non potendo più giocare, si porta via il pallone, è un atteggiamento che fotografa in modo inequivocabile l’inadeguatezza di questa amministrazione e della sua maggioranza” - afferma l’esponente di FdI. “Il futuro del servizio pubblico e di un impianto strategico dell’Alto Vicentino non può essere gestito con scatti emotivi. L’auspicio è che si tratti...

Sbagliato demonizzare la protesta del 9 dicembre

VERSO IL 9 DICEMBRE, BLOCCHIAMO L'ITALIA: UNA PROTESTA INDUBBIAMENTE MOSSA DA VALIDE MOTIVAZIONI

"Il 9 DICEMBRE BLOCCHEREMO L’ITALIA DA PORDENONE ALLA SICILIA”. CHE QUESTE PAROLE ARRIVINO IN CIELO. PERCHE’ NON SE NE PUO’ PIU’ DI UNIONE EUROPEA, DI ANGELA MERKEL, DI FICAL COMPACT, DI ‘STABILITA’, DI LETTA, DI ALFANO, DI BILDERBERG!"
E' quanto si legge in uno dei tanti comunicati diffusi dai vari movimenti autonomi di piccoli imprenditori, agricoltori, artigiani, autotrasportari in vista del 9 dicembre. 
Obiettivamente è difficile trovare delle ragioni valide per non solidarizzare con le persone che in migliaia scenderanno lungo le strade di tutta Italia.
Se l’Europa può essere la casa comune di tutti i popoli del continente, all’interno di questa casa non ci possono essere figli di un Dio minore, in particolare l’Italia non può essere trattata come una cenerentola.
Bisogna ricordare che il 2014 è l’anno dell’entrata in vigore del Fiscal compact il che comporterà l’obbligo per l’Italia di rientrare dal suo debito pubblico che non potrà andare oltre il 60% rispetto al Pil.
Realisticamente questo vuol dire che il peggio deve ancora arrivare dal momento che il Governo sarà obbligato a presentare una serie di programmi di stabilità e di manovre correttive che inevitabilmente ricadranno sulle spalle dei cittadini in termini di tagli nei servizi e in tasse, nonostante l’Italia all’interno dell’Ue sia la prima nazione contribuente in rapporto al Pil.
Questioni queste che come molte altre sollevate dai promotori della protesta trovano una piena consapevolezza dei cittadini sulla necessità di contrastare un sistema eurocratico che così com'è impostato non funziona e va contro i bisogni primari di ogni cittadino e gli interessi del popolo che lavora e produce...

Alex Cioni

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